Josip Osti viene ricordato dal mondo letterario sloveno come un personaggio insostituibile nella sempre ardua missione di mediatore tra lingue e culture. Un ruolo costantemente coltivato e che gli derivava da lontano: suo nonno di nazionalità sovena del Nord est italiano, suddito della monarchia asburgica era arrivato con la famiglia in Bosnia per costruire la ferrovia e in questo mondo così ricco di genti e culture aveva deciso di rimanere. Fino alla tragedia della guerra Josip Osti amava ricordare che la sua Sarajevo era una città cosmopolita e culturalmente ricca, tollerante anche sul piano nazionale e religioso. La sua condizione di profugo lo porta dapprima a Lubiana, ma dopo una prima adesione al Festival letterario di Vilenica, sceglie di vivere a Tomaj, stimolato dall'incontro con la futura moglie e dal fatto che il suggestivo borgo carsico aveva dato i natali a Srečko Kosovel, tra i maggiori poeti sloveni e il poeta più amato da Josip Osti. Anche sul piano professionale Osti è stato molto prolifico, firma dieci antologie di poeti sloveni e bosniaci, traduce una novantina di libri di autori sloveni, altri quaranta in altre lingue europee. Sul piano della propria creatività, di poeta in particolare, fa una scelta radicale e coraggiosa: sceglie di scrivere in sloveno e già la sua prima raccolta poetica Il narciso del Carso viene scelta e premiata come miglior raccolta dell'anno. Ne seguiranno molte altre: Barbara e il barbaro, Il libro dei morti di Sarajevo, Il sigillo di Salomone, L'orto di Tomaj. Per la raccolta Tutti gli amori sono insoliti viene premiato nel 2006 con il Premio Simon Jenko per la poesia. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti per l'opera letteraria e di traduzione va annoverato anche il premio Vilenica assegnatogli nel 1994 dall'Associazione degli scrittori della Slovenia. Da assiduo frequentatore della manifestazione va ricordata infine la preziosa collaborazione di Josip Osti con il Forum Tomizza ed i suoi organizzatori. Un'amicizia che perdurava sin dall'inizio e che non si sarebbe mai interrotta. Ma gli eventi nella vita a volte ci impongono di seguire altri percorsi. (mid)

Foto: AP
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