La biblioteca come luogo di incontro e socialità oltre che di fruizione culturale per ora può attendere. La pandemia, che ha sconvolto improvvisamente la nostra vita quotidiana,
detta comportamenti nuovi e nuove regole anche per chi è abituato a frequentare le sale di lettura per motivi di studio, prendere in prestito un libro, sfogliare un giornale o consultare grandi opere. Dove, come a Capodistria, la biblioteca ha riaperto i battenti lunedì, le norme di sicurezza hanno imposto una riorganizzazione radicale. A Palazzo Brutti, sede della Centrale Srečko Vilhar, un'importante istituzione che opera a servizio di entrambe le comunità linguistiche del territorio regionale (slovena e italiana), al momento è attivo solo il prestito. Per il ritiro dei volumi, possibilmente previa prenotazione telefonica, così come per la loro restituzione, sono state realizzate due distinte postazioni nell'atrio del palazzo. Non è possibile accedere agli scaffali, e restano chiusi gli spazi ai piani superiori, compreso il reparto di Storia patria, come pure varie sedi decentrate, tra cui la Biblioteca dei ragazzi. L'ingresso è individuale, occorre rispettare il distanziamento fisico ed essere muniti di mascherina come in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico. Per motivi di igiene i volumi restituiti dal prestito vengono separati dagli altri e "messi a riposare" per sette giorni. La Vilhar attende tuttavia a breve la fornitura di prodotti e lampade di disinfezione che ridurranno - informa il direttore David Runco - il periodo di quarantena.

Il primo giorno di riapertura c'è stata una grande affluenza, segno che l'appuntamento era molto atteso dagli utenti anche se, grazie alla Bibloteca virtuale e alle consegne a domicilio, la Vilhar non si è mai veramente fermata neppure nella fase acuta dell'emergenza sanitaria. E da lunedì prossimo riparte (questa volta in senso proprio, e naturalmente con tutte le precauzioni del caso) anche il Bibliobus, l'appendice mobile che porta libri in quantità anche nelle località più "fuori mano" dell'area della costa e del Carso.

Ornella Rossetto