"Un progetto espositivo strettamente collegato al tema della Biennale 2025, come pure alle problematiche attuali nel campo dell'architettura e della pianificazione del territorio". Lo ha sottolineato a Lubiana la ministra della Cultura Asta Vrečko nel corso della presentazione del padiglione sloveno alla manifestazione veneziana, intitolato "Master Builders".

I curatori, Ana Kosi e Ognen Arsov, essi stessi architetti, hanno infatti scelto di mettere in luce quel patrimonio di abilità e saper fare delle maestranze di cantiere che è parte cruciale e insostituibile della tradizione costruttiva non solo slovena, un'intelligenza chiave che oggi - è convinzione dei due autori - non gode di tutta considerazione che si merita. Il padiglione della Slovenia, che sarà inaugurato all'Arsenale nella giornata di giovedì, si caratterizza per una serie di totem, creati come rappresentazione fisica di competenze artigiane, una sorta di monumento - li ha definiti Arsov - a figure, dai carpentieri ad altre maestranze, che hanno plasmato infrastrutture e paesaggi.

Aperta al pubblico da sabato 10 maggio e fino al 23 novembre, tra Giardini, Arsenale e Forte Marghera, la Biennale di Architettura di Venezia, curata dall'architetto torinese Carlo Ratti, è intitolata quest'anno "Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva". Un'edizione, commenta Ratti, che "proverà a tracciare nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di soluzioni ai problemi più pressanti del presente. Perché "per affrontare un mondo in fiamme l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda".

Accanto alle 65 partecipazioni nazionali, asse portante della manifestazione è la Mostra principale, accolta alle Corderie del'Arsenale e in vari altri luoghi di Venezia. Il padiglione Italia, nuovamente all'Arsenale, cuce terra e mare con "Terra Aquae. L'italia e l'intelligenza del mare". C'è anche il padiglione vaticano, "Opera aperta", che si ispira all'enciclica di Papa Francesco "Laudato si'". Leone d'oro alla carriera alla filosofa statunitense Donna Haraway, e alla memoria all'architetto e designer italiano Italo Rota, scomparso nel 2024.

Foto: MMC RTV SLO
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