Non ha avuto una grande fortuna Gian Rinaldo Carli a celebrare il suo anniversario proprio quest'anno, il trecentesimo della nascita del poliedrico intellettuale, erudito e riformatore col quale la cultura istriana del Settecento - come ne disse Bruno Maier - "tocca il punto più alto della sua parabola storica". Nella ricorrenza esatta, che cadeva ad aprile, qualche articolo di stampa e alcuni omaggi in rete, ma per l'emergenza sanitaria nessuna iniziativa in forma 'fisica'. Né a Capodistria dove c'è ancora il palazzo di famiglia e il liceo italiano porta il suo nome, né a Trieste, dove tuttavia l'associazionismo giuliano-dalmata annunciava l'intenzione di onorare non appena possibile la memoria dell'illustre personaggio, che fu a lungo al servizio di casa Asburgo come presidente del Supremo Consiglio di economia del Ducato di Milano ma a suo modo anche un patriota ante-litteram (così Carli è apparso specialmente nel passato). Ed ecco ora affacciarsi in calendario il convegno nazionale messo in programma per il 22 ottobre dall'Unione degli istriani nella propria sede di Palazzo Tonello, in cui una sala è dedicata proprio a Gian Rinaldo Carli e ne custodisce anche una storica effigie, dono dei discendenti. La giornata di studi è organizzata con il patrocinio dell'Università Cattolica di Milano, del Centro di ricerca sugli epistolari del Settecento e della Società di studi sul XVIII secolo, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia, e vedrà la partecipazione di numerosi relatori, per offrire un ritratto a tutto tondo dell'illuminista capodistriano. Piace segnalare tra gli storici e studiosi convocati, i nomi del piranese Kristjan Knez, direttore del Centro culturale italiano di Capodistria "Carlo Combi"(che ha a sua volta in cantiere un convegno sul Carli), di Nives Zudić Antonič, a capo del dipartimento di Italianistica dell'Università del Litorale, insieme ad alcune giovani leve dello stesso dipartimento. Curatore del convegno è il prof. Giorgio Baroni. (ornella rossetto)