Una delle opere più importanti di Cimabue, la monumentale immagine della "Madonna in trono col bambino, angeli e San Francesco", nota anche come "Maestà di Assisi", torna a risplendere a conclusione dei lavori di restauro. Dopo cinquant'anni dall'ultimo intervento, e a 25 dal sisma che lesionò la Basilica di San Francesco, scrigno di fede e di arte, un delicato progetto conservativo partito a gennaio 2023 e finanziato dalla casa automobilistica Ferrari, ha liberato l'affresco dai depositi di particellato atmosferico e dagli strati di sporco incoerenti che offuscavano le cromie, restituendo al dipinto murale del grande pittore fiorentino maestro di Giotto l'originaria luminosità.

Contestualmente sono stati anche affrontati i problemi di adesione della pellicola pittorica, dei residui delle dorature nonché l'aderenza dello strato di intonaco alla muratura.

Il risultato è un intervento che consentirà un generale miglioramento dello stato di conservazione dell'affresco per gli anni a venire, come ha ancora spiegato il capo restauratore della Basilica di San Francesco, Sergio Fusetti, che ha diretto i lavori curati da un'équipe della Tecnireco - società attiva da oltre 40 anni nel restauro e nella conservazione dei beni culturali - in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria.

Databile tra il 1285 e il 1290, il capolavoro di Cimabue è situato nel transetto settentrionale della chiesa inferiore della Basilica di Assisi ed è molto conosciuto anche per quello che si ritiene essere uno dei ritratti più antichi di San Francesco, realizzato, secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di coloro che lo avevano personalmente conosciuto.

La presentazione del restauro si terrà al Sacro Convento di San Francesco venerdì prossimo, 16 febbraio.

Cimabue, Maestà di Assisi (1285 -1290)
Cimabue, Maestà di Assisi (1285 -1290)