È spesso relegata ai margini, la poesia. Non in Friuli e non a Pordenonelegge, che alla scrittura in versi ha dedicato anche quest'anno un festival nel festival, con un omaggio al centenario della nascita di Andrea Zanzotto (che cade il prossimo 10 ottobre) e tante altre iniziative. Come l'appuntamento con il premio di poesia intitolato alla memoria del poeta friulano Pierluigi Cappello, scomparso nel 2017. Sul podio della quarta edizione sono saliti Nino De Vita, vincitore nella sezione dedicata ai dialetti e alle lingue minoritarie, e Sabrina Giarratana, che ha vinto in quella dedicata alla produzione per l'infanzia. De Vita, siciliano di Marsala, nato nel 1950, è considerato una delle voci poetiche più interessanti e rigorose della letteratura contemporanea. La giuria del Cappello lo ha premiato per l'antologia personale "Il bianco della luna", una selezione lungo tutta la sua attività poetica, "che diventa scrigno - è detto nella motivazione - di parole altrimenti a rischio di perdersi senza memoria".
Vale la pena di sottolineare la perdurante vitalità della poesia dialettale, un filone per varietà e qualità non certo inferiore a quella in italiano. Fare poesia nella lingua locale è una scelta tutt'altro che inattuale, afferma il critico Luigi Tassoni, che su Radio Capodistria cura la rubrica Leggio, e che di Nino De Vita si è più volte occupato. "Secondo me i dialetti sono la parte sorprendente e vincente della poesia italiana nell'ambito della prospettiva europea, perché i dialetti ci parlano oggi soprattutto attraverso la poesia e più prosaicamente nel mercato quotidiano. Talvolta sono masticati e sviliti come forme inferiori, secondarie, o fantasmi sopravvissuti. La poesia di Nino De Vita, come quella dei grandi dialettali contemporanei, da Biagio Marin a Franco Loi, ridisegna il nostro modo di immaginare il mondo".

Il poeta siciliano Nino De Vita
Il poeta siciliano Nino De Vita