Il gruppo dei Macchiaioli, che, nato in Toscana intorno alla metà dell'Ottocento, ha segnato un cambiamento epocale nella storia della pittura moderna, diventa protagonista della nuova, grande mostra ospitata al Museo Revoltella di Trieste. Paesaggi, scene di vita quotidiana, un tour alla scoperta del piacere di dipingere la semplice e bellissima realtà delle cose, ricco di ottanta opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private e firmate dai principali esponenti del gruppo.

Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega e i loro sodali - alcuni dei quali furono anche combattenti del Risorgimento - sono spiriti indipendenti e coraggiosi che si allontanano dall'Accademia per inseguire il sogno di una pittura più libera, sintesi di impressione visiva ed emozione, ispirata alle novità francesi.

Avversati dalla critica ufficiale, i Macchiaioli - termine che in origine ha un senso spregiativo - dipingono per l'appunto "a macchie" di colore, amano le pennellate brevi, le luci e ombre a definire le profondità, i contorni sfumati a imitare il colpo d'occhio.

Incontriamo nella mostra ("I Macchiaioli. L'avventura dell'arte moderna") opere famose e altre meno note, dalle immagini bucoliche che narrano la poesia della natura ai bellissimi ritratti fino alle mai retoriche testimonianze di guerra. Ecco così, di Fattori, "Tramonto in Maremma" o "Fanteria italiana" (1900-05), insieme al potente "Mandrie maremmane" del 1893. Di Signorini, "Solferino" (1859) e "Bambino a Riomaggiore" (1894-95). E ancora, una "Mamma con Bambino" (1866-67) del romagnolo Lega accanto a "Signore al pianoforte" (1869) di Giovanni Boldini.

Capolavori dell'arte dell'Ottocento italiano da ammirare al Museo Revoltella fino al 10 aprile.

 Giovanni Fattori,
Giovanni Fattori, "Mandrie maremmane" (1893)