Anche l'Istituto italiano di cultura di Lubiana si unisce alle celebrazioni per il Giorno della memoria.
Oggi alle 18, su Zoom, Giuseppe Civati - politico, scrittore ed editore - presenta il suo libro "Liliana Segre. Il mare dell'indifferenza" (People), conducendo una riflessione estremamente attuale su memoria e consapevolezza, violenza e indifferenza, odio e perdono, a partire dalla vicenda della senatrice a vita, testimone della Shoah.
Introduce la conversazione l'ambasciatore Carlo Campanile.
L'iniziativa vede la collaborazione del Consolato generale d'Italia a Capodistria, che ha acquistato un certo numero di copie del volume, per donarle alle scuole superiori del Litorale e alle Comunità degli italiani.

In occasione della presentazione lubianese, abbiamo chiesto a Giuseppe Civati di illustrarci le ragioni del libro.

"Per me è stato importante iniziare il lavoro della casa editrice, nata tre-quattro anni fa, con un lavoro dedicato a Liliana Segre per una ragione fondamentale, che ci pare uno dei momenti più alti dal punto di vista politico-istituzionale degli ultimi tempi. La sua nomina a senatrice a vita da parte del presidente Mattarella, che fra l'altro fa piacere salutarne la fine del mandato con qualche nostalgia perche ci è piaciuto molto anche lui, e Liliana Segre entrando in senato a 80 anni di distanza dalle leggi razziali ha significato davvero un passaggio importante per un'Italia divisa sui temi del razzismo con qualche regresso verso epoche che non ci piacciono molto. E quindi era davvero molto significativo per noi dedicarle un lavoro, non soltanto rispetto alla sua testimonianza ma al messaggio, anche al passaggio di testimone che in qualche modo Liliana Segre ci invita ad assumere, a ciascuno di noi".

Curare il senso della storia è un dovere della società, dice la senatrice a vita.

"Proprio così. Non c'è futuro senza conoscere il proprio passato. Non c'è la possibilità di rimediare o di evitare errori che sono stati commessi. Liliana Segre è molto dura; la responsabilità della Shoah è anche italiana. Lei , milanese, è stata espulsa da scuola con le leggi razziali del '38 e poi è stata deportata ad Auschwitz dopo una serie di peripezie, di avventure. Lei ogni tanto sorride pensando a quelle fughe, a quei tentativi con suo padre che però, appunto, si volgono in pianto perché non hanno funzionato, il padre è morto ad Auschwitz dopo averla salutata sulla banchina in cui venivano divise le persone. Quindi, Liliana Segre è sopravvissuta rispetto alla sua famiglia, rispetto a questo suo amatissimo padre, e ci ricorda che tenere ferma nella nostra coscienza la storia che ci ha riguardati, che ha riguardato le generazioni precedenti, è fondamentale perché le generazioni future siano più libere".

È giusto ricodare che per la sua testimonianza Liliana Segre è stata spesso oggetto di minacce e insulti, e dunque anche in questo senso il suo è stato un atto di grande coraggio.

"Sì, l'attualità avevo già cercato di raccontarla, di illustrarla. Purtroppo c'è anche questa attualità più sinistra, più inquietante, che ci ricorda appunto quanto sia decisivo considerare quello che Liliana Segre dice, rispettarne la voce peraltro sempre precisa, sempre rispettosa, mai carica di rancore, di odio - che sono i suoi nemici. E proprio perché per combattere quell' indifferenza e quella violenza che ancora ci sono, ci vogliono voci autorevoli, ci vuole un ricordo come quello di Liliana Segre, e ci vuole soprattutto l'impegno di una comunità, delle istituzioni ma anche dei singoli cittadini".

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