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Un autore da scoprire. Capodistria ha ospitato ieri uno dei numerosi eventi del Festival letterario internazionale Vilenica, manifestazione culturale fra le più note della Slovenia, dal 1985 punto di osservazione privilegiato sulle letterature del Centro Europa. Protagonista della serata - insieme alla slovena Mojca Kumerdej - è stato lo scrittore bulgaro-tedesco Ilija Trojanow, vincitore del 33.mo Premio Vilenica, riconoscimento che verrà consegnato sabato nel corso della cerimonia conclusiva del festival, nella cavità naturale sul Carso da cui la rassegna prende il nome.

Un cosmpolita, a proprio agio con più lingue, e una delle voci letterarie più potenti di questo nostro mondo globale. Lo scrittore Ilija Trojanow così viene definito nella motivazione che accompagna il Premio Vilenica, che riceverà sabato. Nato a Sofia nel 1965, fuggito con la famiglia dalla Bulgaria all'età di sei anni, ha ottenuto asilo politico in Germania, è cresciuto in Kenia e dopo aver vissuto in molti Paesi fra cui l'India e il Sudafrica, risiede ora a Vienna. Il viaggio, che costuisce una parte importante della sua vita, è fonte di ispirazione per la sua attività di narratore e di saggista. Tra i suoi molti libri, tutti scritti in tedesco, »Il collezionista di mondi«, romanzo che gli ha dato fama internazionale ed è stato tradotto in più di trenta lingue, segue le spedizioni in terre lontane di un esploratore britannico dell'Ottocento. In italiano è da poco uscito anche »Dopo la fuga«, in cui l'autore racconta la sua condizione di »profugo a vita«. Ma allora, qual è la sua casa, gli viene chiesto a Capodistria. Primo, mia moglie; e poi la letteratura, risponde lo scrittore. Che al pubblico che è venuto ad ascoltarlo offre anche un brano da un'altra sua opera recente, "Lo scioglimento dei ghiacciai", un romanzo in cui la responsabilità del cambiamento climatico viene attribuita esplicitamente all'umanità. Affabile, e pronto alle battute, Ilija Trojanow. L'umorismo, del resto, è una nota caratteristica della sua scrittura. È un qualcosa che fa parte della tradizione della letteratura dell'Europa orientale, osserva l'autore, forse - dice - per la storia sofferta che abbiamo vissuto.
Oggi Ilija Trojanow sarà ricevuto dal sindaco di Lubiana e tornerà ad incontrare i lettori venerdì, a Sesana. Prima di ricevere, il giorno dopo, nel corso della cerimonia finale del festival, quell'ormai celebre Premio Vilenica che lo scrittore, dicendosene molto gratificato, non esita a qualificare come una sorta di Nobel alternativo, per il prestigio degli autori ai quali è stato finora attribuito.
Promosso dall'Associazione degli scrittori sloveni, e considerato uno dei più importanti di tutto il Centro Europa, il riconoscimento, nel corso di diversi decenni, è stato assegnato ad esempio a Milan Kundera, Peter Handke, Peter Esterhazy, Dubravka Ugrešić, Claudio Magris e Fulvio Tomizza, che ne fu il primo vincitore nel 1986.