Poetessa, scrittrice, drammaturga e traduttrice fiumana, Laura Marchig torna con "Dell'amore oscuro", una raccolta di composizioni in prosa e in versi uscita con Il Ponte rosso, rivista mensile online di informazioni di arte e cultura diretta da Walter Chiereghin. Per l'autrice, di cui la compagnia del Dramma italiano ha da poco messo in scena un lavoro teatrale ("Alfa Romeo Jankovits") molto applaudito anche a Trieste, è un momento particolarmente fecondo. "Dell'amore oscuro", volume accessibile gratuitamente sul web, si apre con le narrazioni brevi, quasi le note di un diario, di "Una certa primavera". Pagine liriche che il critico Fulvio Senardi nella prefazione definisce una "sinfonia della vita in trenta stazioni, fremiti di percezioni, tessere di un caleidoscopio impressionistico", che danno voce alla "pura gioia dell'esistere, con qualche venatura di amarezza". Il tono cambia in "Horror temporum", pagine dense di inquetudini, fra "tracce recenti del secolo maligno" (il riferimento è alle guerre che hanno insanguinato l'ex Jugoslavia) e "consapevolezza di un disagio connaturato alla natura umana". Qui, soprattutto qui, la scrittura di Laura Marchig spiazza e soprende. Fin dall'esordio: "Braccati, storditi, inseguiti da iene questa non è la mia scrittura è l'affidarsi al grido immutato del tempo (...)".
La seconda parte del libro è quella reca il titolo eponimo: si tratta di una lunga meditazione sull'amore, sull'amore-passione raccontato da un lei e da un lui. Un femminile e un maschile che s'incontrano nel recitare lo stesso mantra degli amanti, questo: "Nonostante tutto il male che mi hai fatto io continuo ad amarti. Nonostante tutto il bene che mi hai fatto io continuo ad amarti, nonostante tutto il bene io continuo ad amarti, nonostante tutto il male io continuo ad amarti, nonostante io continui ad amarti ...".