Sempre più estesa e sempre più partecipata: 1500 incontri, tremila ospiti italiani e stranieri fra cui alcuni premi Nobel, 350 sedi che raggiungono anche i quartieri decentrati.
È BookCity, la manifestazione dedicata al libro e alla lettura in programma fino a domani a Milano con la sua ottava edizione. Tra i tanti spunti di riflessione offerti al pubblico, confini, frontiere e identità nell'appuntamento a cura della Oltre Edizioni che avrà fra i suoi protagonisti il capodistriano Aljoša Curavić, caporedattore di Radio Capodistria, con il suo ultimo romanzo, "Una vita in secca" pubblicato appunto dalla casa editrice ligure.
"Intanto mi fa piacere essere presente ad un evento così importante in una città altrettanto importante come Milano", esordisce Curavić. "Io parlerò di me, del mio essere di frontiera - l'evento è incentrato proprio su questa tema - e di cosa rappresenta oggi la frontiera in un mondo globalizzato e in un'Unione Europea allargata ma sempre più assillata dalle frontiere. Parlerò delle nostre particolari esperienze di frontiera, quella frontiera che divide l'Istria - la Slovenia dalla Croazia - e che rimane ancora nelle teste delle persone in un'area che condividiamo con la vicina Italia. Parlerò di Aljoša Curavić, figlio di un padre croato e di una madre italiana e residente in Slovenia: della mia triplice anima, italiana nella cultura, croata nell'eredità del mia Dna, e slovena nel mio ruolo di giornalista per Radio Capodistria, una radio importante e storicamente presente su questo territorio variegato".
Frontiere e questioni identitarie attraversano "Una vita in secca". "Sì. Pur con alcune incursioni fuori dal continente europeo il romanzo tratta di un territorio - il nostro - che ha visto tante frontiere e tanti regimi. Ma c'è anche una frontiera intesa in senso lato, come quella tra la vita e la morte, la salute e la malattia. Il protagonista principale è infatti un medico. A BookCity, in compagnia dell'amico ed editor Diego Zandel, spero di avere il modo di dire qualcosa anche su questo libro che parla d'altra parte anche della nostra città. Quando il discorso tocca le frontiere Capodistria diventa un luogo emblematico, per come è stata segnata profondamente da frontiere geopolitiche ma anche culturali ed etniche".

Ornella Rossetto