C'è un irredentismo storico, consegnato ai libri di scuola. E un moderno irredentismo culturale, che non vuole spostare i confini, ma rafforzare e difendere una presenza di lingua, cultura e identità italiana laddove questa presenza ha radici secolari ma si trova oggi in posizione di debolezza. Massimiliano Fabbri, fondatore del gruppo Facebook "Essere italofoni", si riconosce in questa 'scuola di pensiero'. E da cinque anni, con la Lega Nazionale e l'associazione Trieste Pro Patria organizza nella città giuliana un convegno per fare il punto sull'Italia fuori d'Italia. L'obiettivo, spiega Fabbri, è quello di individuare le priorità per difendere la lingua italiana in regioni italofone dove il nostro idioma è in difficoltà, "soprattutto nell'Alto Ticino, nel Basso Vallese e in gran parte dei Grigioni. Sensibilizzando in maniera particolare i giovani sull'importanza della lingua italiana, per secoli lingua veicolare della cultura soprattutto in Dalmazia, in Istria e Fiume, non caso eletta a Capitale europea della cultura 2020". Il contributo di riflessione che su questi temi possono dare 'i rimasti'? Il loro è un ruolo unico, sostiene Fabbri. "Perché se l' italianità, l'italofonia, se la cultura italiana è ancora presente nell' Adriatico orientale è per merito dei rimasti. Il futuro, che passa attraverso un necessario recupero linguistico, è nelle loro mani. L'italiano non dev'essere una lingua minoritaria". Chi è Massimiliano Fabbri? "Sono ricercatore storico e soprattutto amo l'identità italiana a 360 gradi, dalla lingua ai valori come la patria. E sono anche, perché no, un irredentista culturale, convinto che quell'italianità oggi solo latente per tanti debba essere riscoperta, e ciò anche grazie alla lingua italiana, perche dove c' è una lingua c'è un popolo".

Ornella Rossetto

Foto: BoBo
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