La Società umanistica Histria, nel percorso tracciato fin dalla sua fondazione nel 2006, individua e sviluppa temi e argomenti di storia regionale, con l'obiettivo di offrire spunti conoscitivi e stimolare interesse. Conferma di questo impegno, portato avanti in sinergia con istituzioni, enti, università del territorio, sono anche i progetti svolti nel 2023 appena trascorso. Il consuntivo è stato tracciato a Capodistria nel consueto incontro di fine anno, che ha visto la presentazione di un volume di scritti in memoria dell'archeologo Matej Župančič, primo presidente dell'associazione mancato ad agosto, e la consegna di alcuni riconoscimenti: a Lidija Nikočević del Museo etnografico dell'Istria, con sede a Pisino, per la curatela della mostra "Veze - Legami: gli Istriani dopo la seconda guerra mondiale"; e per l'opera complessiva a Claudio Zaccaria, già docente di storia romana ed epigrafia latina all'Università di Trieste.

"Il 2023 è stato un anno prolifico dal punto di vista editoriale", spiega lo storico Dean Krmac, segretario della Società e responsabile editoriale Histria Editiones. "Abbiamo raccolto il frutto del lavoro seminato negli anni precedenti. Innanzitutto con la pubblicazione sul 'Leone marciano dell'Armeria. Da Capodistria a Tersatto' curato da Brigitta Mader. Poi con un altro volume, sempre per la serie Histria Documentum, sul territorio tra Dignano e Sanvincenti nel Quattro e Cinquecento 'Differentia seu confinium', a cura di Danijela Doblanović Šuran, con una cartina pubblicata per la prima volta. E infine, nei giorni scorsi, con il volume a ricordo di Matej Župančič sull'archeologia topografica dell'Istria, che raccoglie ben ventuno interventi di suoi colleghi".

Quanto alle iniziative per il 2024, quest'anno "lavoreremo su un volume relativo a Capodistria, le cosiddette 'cavresaneries' di Agostino Carli, che rappresenta in pratica la prima guida della città, e che uscirà a cura di Salvator Žitko. Ci sarà poi un lavoro sull'arca di San Nazario nell'ambito delle celebrazioni per i 1500 anni della fondazione della diocesi capodistriana e uno studio sul faro di Salvore".

L'Istria rimane fonte inesauribile di studi, afferma Dean Krmac. "E ciò vale non solo per gli storici , ma anche gli archeologi o gli storici dell'arte. Si ritorna magari su argomenti già indagati in passato, ma con elementi sempre nuovi da scoprire, valorizzare e mettere in risalto. Sono tantissime le opportunità, dal punto di vista delle ricerche d'archivio ma anche sul territorio".