L'amore per il mare e per le tradizioni ad esso legate. Traspare questo dalle parole dei tre autori del libro, che hanno spiegato nell'incontro di ieri sera i loro contributi alla realizzazione del volume “Un mare, una barca e tante storie”. Protagonista la Batana salvorina, particolare imbarcazione diversa da quelle così nominate ma originarie di Rovigno e Pirano, per dimensioni e realizzazione, come ha avuto modo di precisare anche il maestro d'ascia Arrigo Petronio, presente tra il numeroso pubblico. Sentiamo le parole di uno dei tre autori del libro, la professoressa Marina Paoletić, che ci spiega appunto l'argomento centrale di questa pubblicazione: “E' la storia della Batana salvorina, ovvero di questa piccola imbarcazione tipica della zona di Salvore. Per la prima volta sono state raccolte le testimonianze della costruzione, delle quali si è occupato Silvano Pelizzon; praticamente nella parte da lui curata si parla delle fasi della costruzione della Batana, di come è nata. Nella mia parte ho realizzato una ricerca storica per capire in quale contesto si è sviluppata e perché è nata questa imbarcazione. Abbiamo intervistato più persone della zona di Salvore, di Umago e di Pirano, ma anche di Trieste, perché molte persone sono poi emigrate a Trieste. Da queste testimonianze abbiamo cercato di raccogliere i dati e praticamente di comporre un puzzle per provare a ricreare il contesto storico e le varie vicende che sono legate a questa imbarcazione, alla pesca,in particolare alla tipologia di pesca che viene definita “a fogo”, ovvero con la fiocina e con la lanterna. Questo in breve, cioè una prima importante testimonianza di questa imbarcazione, di come è nata e di come la sua gente l'ha usata per pescare ma anche per altre funzioni”.


Davide Fifaco


Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Davide Fifaco