Foto Slovenska matica Foto:
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Giulio Angioni, antropologo e scrittore è scomparso poco più di un anno fa a Cagliari all'età di 78 anni. Come intellettuale e studioso era considerato un riferimento per la cultura sarda, ed è stato uno dei fondatori del festival letterario "Isola delle storie" di Gavoi. I suoi racconti e romanzi, a partire dall'esordio, nel 1988, con "L'oro di Fraus", sono usciti presso importanti editori. Nei libri di Giulio Angioni presente e passato formano un intreccio costante, ricordava all'indomani della morte dello scrittore il critico Luigi Tassoni, suo grande amico. Laddove la rievocazione del passato ci offre anche la possibilità di riflettere su temi universali e senza tempo: su valori come l'uguaglianza, la tolleranza, la libertà. Esemplare da questo punto di vista è il romanzo "Le fiamme di Toledo", una storia sul coraggio della ragione, che nel 2006 vinse il Premio Corrado Alvaro e il Mondello. "Un libro veramente molto bello", ne dice Luigi Tassoni, "ambientato a Toledo all'interno della prigione dell'Inquisizione - ma Toledo si vede, si sente in tutto il libro - che parla dell'esperienza eccezionale di un personaggio realmente esistito alla fine del Cinquecento, il magistrato sardo Sigismondo Arquer; il quale ripercorre in un monologo la propria storia, il modo in cui l'Inquisizione lo condanna - ovviamente in maniera ingiusta - unicamente perché ha il potere di riflettere sulle cose del mondo e non del mondo, questo personaggio così forte delineato da Angioni".
Vicenda storica, e straordinaria rielaborazione letteraria, che il traduttore Vasja Bratina si è ora incaricato di 'traghettare' nella lingua slovena per la casa editrice Slovenska matica. Una traduzione promossa e sollecitata da un altro studioso amico di Giulio Angioni, il prof. Miran Košuta dell'Università di Trieste. Un romanzo che per il lettore sloveno presenta anche una curiosità. Perché Sigismondo Arquer, arso al rogo dall'Inquisizione con l'accusa di luteranesimo nel 1571, nelle sue peregrinazioni attraverso l'Europa come 'esule per la fede', incrociò in Svizzera Pier Paolo Vergerio, l'ex vescovo di Capodistria passato alla Riforma protestante che fu sodale di Primož Trubar,
il padre della lingua e della letteratura slovena.

Ornella Rossetto