La biografia di Giorgio Strehler a firma di Cristina Battocletti, non nuova in questo genere letterario che alterna alla professione di giornalista, mette in luce tutto il talento registico ed autoriale del personaggio Giorgio Strehler, l'artista che ha lasciato la più autorevole impronta nella regia teatrale del Novecento europeo. Per raccontare in un libro il »pianeta Strehler« ci sono volute oltre quattrocento pagine, dense di fatti, eventi, aneddoti, luci, donne, ricordi. Come si conviene del resto per un personaggio che ha avuto fama mondiale. Regista geniale, visionario nelle scelte, sempre originale, persino nella morte. Strehler viene infatti stroncato da un infarto la mattina di Natale del 1997, a Lugano, durante le prove del Così fan tutte. Sulla scena, come forse avrebbe desiderato. Il cofondatore del Piccolo Teatro di Milano era nato il 14 agosto 1921, sotto il segno del Leone dunque, segno che ne rispecchiava perfettamente il temperamento. Di madre slovena, padre tedesco, nonni franco balcanici, parlava quattro lingue e fu un europeista ante-litteram. Partigiano, laico, illuminista, rinnovò il modo di fare regia, cambiò veste alle opere di Goldoni, mentre Bertolt Brecht lo designò unico erede per la messa in scena dei suoi testi in Italia. Affascinante, colto, estroso e contraddittorio, un uomo di intense passioni artistiche e sentimentali. Cristina Battocletti narra la leggenda, le luci e le ombre di un personaggio iconico, dal palcoscenico alle battaglie politiche. Le vittorie e le sconfitte, gli amori, la vita del ragazzo di Trieste attraverso un racconto fotografico inedito e la voce di chi gli è stato più vicino, da Riccardo Muti a Ornella Vanoni, da Massimo Ranieri a Ottavia Piccolo, da Paolo Rossi a Milva. (mid)

Foto: Uredi
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