Il primo a occuparsene, nel 1965, fu il musicologo Giuseppe Radole, maestro degli storici istriani della musica e delle tradizioni popolari. Da allora molti studi si sono susseguiti sulla figura e l'opera di Gabriello Puliti, compositore prolifico e frate minore conventuale di origini toscane (era nato intorno al 1580 a Montepulciano) ma attivo nei primi decenni del Seicento nell'Istria veneta e a Trieste. Entrato nel 1604 nel monastero di Pola, fu dapprima maestro di cappella a Muggia, poi a varie riprese organista del duomo di Capodistria, e servì anche a Pirano e ad Albona. A Capodistria, capitale amministrativa della penisola istriana veneziana e vivace centro culturale, Puliti ebbe contatti con l'Accademia dei Palladi, a cui fu affiliato con il nome di "Allegro". Alcuni poeti che facevano parte dell'Accademia scrissero i testi per sue composizioni. E anche di questo tratta il volume di Ljudevit Anton Maračić ed Ennio Stipčević ora pubblicato dal Centro di ricerche storiche di Rovigno, numero 49 della Collana degli Atti, "Gabriello Puliti ca. 1580-1642/3: francescano, compositore, Accademico armonico detto l'Allegro". I due autori sono il primo un apprezzato storico della Chiesa, l'altro un autorevole musicologo specialista di Puliti; per loro stessa affermazione con questa opera non hanno voluto offrire tanto una sintesi monografica quanto porre l'accento su alcuni aspetti nuovi, "non ancora messi in luce, e sulla contestualizzazione dell'operato del Puliti. Operato il suo veramente ricco - ci fanno notare Maračić e Stipčević - : Gabriello Puliti era molto richiesto e ha lasciato nella sua epoca una profonda traccia di uomo di chiesa, di musicista e di intellettuale. Il libro segue proprio queste tracce".

Un'immagine del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, foto crsrv.org
Un'immagine del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, foto crsrv.org