Non sarà un ritrovamento clamoroso, come la lettera rinvenuta - presso la Fondazione Primo Conti di Fiesole - un paio di anni fa, in cui Italo Svevo, nel 1923, difendeva la "Coscienza di Zeno" (il romanzo va bene così, lo si pubblichi, scriveva Svevo al revisore dell'editore Cappelli di Bologna). Ma il breve curriculum vitae, firmato Ettore Schmitz (il suo vero nome), ritrovato negli archivi dell'Università di Trieste, appare comunque una scoperta interessante, perché riporta a un capitolo non molto citato della biografia sveviana, la sua docenza presso la Scuola di commercio Revoltella, nucleo originario dell'ateneo giuliano ora prossimo al traguardo del secolo, essendo stato fondato nel 1924. Il documento è di qualche anno più tardi (1927); l'industriale-romanziere, che grazie all'uscita della "Coscienza di Zeno" è intanto diventato famoso, scrive in risposta a una richiesta del rettore Giulio Morpurgo di fornirgli alcuni dati che lo riguardano, volendo l'università ricordare, in un annuario, gli insegnanti dell'istituto.

Svevo rammenta in queste righe il servizio prestato come docente dal 1893 al 1901, e si dice “lieto di essere ricordato per la più onorifica attività ch’io abbia esplicata nel corso della mia lunga vita”. Lo scrittore, inoltre, informa - tra le attività di maggiore rilievo - di aver pubblicato tre romanzi, “Una vita”, “Senilità” e la “La coscienza di Zeno”, tutti "col pseudonimo Italo Svevo". Non possiede, ammette, alcun grado accademico, dovendo la nomina a insegnante della scuola di cui era stato allievo alla pubblicazione (1892) del suo primo romanzo, "Una vita". Quanto alla cessazione dell'incarico, precisa di aver dovuto dare le dimissioni "obbligatovi da frequenti e lunghe assenze cui ero costretto dai miei affari".

L'inedito sveviano sarà esposto in una mostra virtuale in preparazione per il centenario dell'Università.

La lettera di Svevo in un'immagine dell'Ufficio stampa dell'Università di Trieste
La lettera di Svevo in un'immagine dell'Ufficio stampa dell'Università di Trieste