Il Carso, la madre, la guerra e la morte, con valenza simbolica, sono i temi ricorrenti delle poesie di Srečko Kosovel. Inizialmente è forte l'influenza del poeta impressionista Josip Murn, ma ben presto Kosovel abbraccia le idee costruttiviste, rivolte ad un nuovo rapporto dell'uomo con la natura. Le poesie d'avanguardia, in particolare la raccolta che esprime le sue idee rivoluzionarie proposte con il titolo Integrali vengono pubblicate per la prima volta molto tardi, nel 1967, ma sono accolte da subito come un opera di prima grandezza nel panorama culturale sloveno. La sua vita come d'altronde tutta la sua poetica è stata fortemente segnata dalle tragiche vicende della guerra e dai suoi riflessi e conseguenze, come l'avvento del fascismo dopo il crollo della monarchia asburgica. Nella sua poetica riecheggiano spesso i ricordi della natura carsica, Kosovel è infatti conosciuto come »il poeta del Carso« e quelli legati alla bora che porta via con sè i pensieri di morte come i sogni di vita. Da segnalare che accanto all'opera di France Prešeren il lascito poetico di Srečko Kosovel è il più tradotto in lingua italiana. Ricordiamo le raccolte Poesie di velluto e integrali, a cura di Jolka Milič, Tra il nulla e l'infinito, a cura di Gino Brazzoduro, Tutto il mondo è come, e inoltre Il mio canto, sempre di Jolka Milič, infine Tra Carso e caos. Pre/sentimenti, a cura di Daria Betocchi, con i disegni costruttivisti di Eduard Stepančič, coetaneo di Kosovel e rappresentante del movimento costruttivista triestino.

Miro Dellore

Foto: MMC RTV SLO/MMC
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