È il poeta romantico simbolo della cultura e nazione slovena, colui che con una sola raccolta poetica riuscì a dare alla letteratura slovena una dimensione europea, e quello che contribuì al risveglio della coscienza nazionale, tanto che alcuni versi della sua più celebre lirica, il "Brindisi", sono divenuti l'inno sloveno nel momento in cui il Paese ha acquistato l'indipendenza. France Prešeren veniva da un paesino dell'Alta Carniola vicino al lago di Bled, Vrba, cantata in un sonetto che tutti gli sloveni conoscono, e la sua casa museo è uno dei luoghi simbolo della Giornata della cultura, celebrata con tantissime iniziative un po' dovunque nell'anniversario della sua morte, avvenuta l'8 febbraio 1849. "La cultura - ha ricordato nei giorni scorsi la ministra Asta Vrečko - è qualcosa che riguarda e coinvolge ciascuno di noi, attraverso la lettura, il cinema, la musica, la partecipazione ad eventi culturali". Sulla costa, oggi apertura straordinaria del Museo regionale di Capodistria e di quello del Mare di Pirano, con incontri, visite guidate e laboratori per i più piccoli, e poi appuntamenti e mostre nelle diverse sedi espositive delle Gallerie costiere, letture poetiche e molto altro ancora.

L'evento di punta, tuttavia, si è svolto ieri sera allo Cankarjev dom di Lubiana, con la cerimonia di consegna dei Premi Prešeren, massimi riconoscimenti culturali sloveni conferiti ogni anno a personalità del mondo della letteratura e dell'arte. Uno dei quali è arrivato stavolta a Trieste, premiando Dušan Jelinčič, noto e apprezzato scrittore della minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia, per il suo ultimo romanzo "Il sussurro del mare invisibile", del quale è ora attesa la traduzione in italiano. Premiato anche il talento del giovane pianista goriziano Alexander Gadjiev, secondo classificato nel 2021 al prestigiosissimo concorso Chopin di Varsavia, un poeta della tastiera.

Due i premi alla carriera, andati alla regista Ema Kugler e al pittore Herman Gvardjančič.

Introducendo i premiati, il presidente del consiglio di amministrazione del Fondo Prešeren, Jožef Muhovič, ha citato il libro "Il tramonto dell'Occidente" del filosofo tedesco Oswald Spengler: "Un giorno l'ultimo ritratto di Rembrandt e l'ultimo rigo musicale di Mozart avranno smesso di esistere - anche se probabilmente rimarranno una tela colorata e un foglio di appunti - perché l'ultimo occhio e l'ultimo orecchio aperti al loro messaggio saranno spariti".
"Al rischio di questa tragica eclissi della sensibilità e del senso di umanità può opporsi - ha affermato Muhovič - solo la luce dell'alta cultura. Anche di quella che promana dall'opera dei premiati di quest'anno".

Nessun riferimento, nel corso della cerimonia - trasmessa in diretta televisiva - alla restituzione del Premio Prešeren alla poetessa Svetlana Makarovič, "caso" al centro in questi giorni di accese polemiche. Ma lei aveva promesso: "Io ci sarò e salirò sul palco per leggere una mia poesia". E così ha fatto, una vistosa stella rossa appuntata sul petto, accolta da lunghi applausi, mentre sullo schermo già scorrevano i titoli di coda.

Primo a sinistra lo scrittore triestino Dušan Jelinčič, tra i premiati del Prešeren 2023
Primo a sinistra lo scrittore triestino Dušan Jelinčič, tra i premiati del Prešeren 2023