"Sono più fiero di questo che del Canzoniere". Così diceva Umberto Saba della sua "Libreria antica e moderna" di via San Nicolò a Trieste, acquistata nel 1919 grazie all'eredità di una zia: l'"antro oscuro" in cui sono nate molte delle sue poesie, e centro di incontro dell'intellighentia dell'epoca; Italo Svevo ci passava quasi tutte le sere. Libreria rimasta ad oggi praticamente intatta, con buona parte di libri e arredi originali, un luogo diventato oggetto di culto per tanti estimatori del poeta triestino e i turisti di passaggio in città. Dal 2012 è tutelata per decreto ministeriale come "studio d'artista", un vincolo particolare che ha portato a un riordino almeno parziale e alla pulizia conservativa dei volumi da parte della Sovrintendenza. Ma una soluzione in grado di garantire la vita e la valorizzazione della storica libreria di Saba ancora non si è trovata. Ha esternato più volte le sue preoccupazioni, vista l'età che avanza, l'attuale gestore Mario Cerne, figlio di quel Carlo Cerne - il celebre Carletto - che aiutò il poeta di origini ebraiche a gestire gli affari. Adesso Cerne si è ammalato e la serranda della libreria è abbassata da diversi mesi. Un lungo periodo di chiusura che - come ha raccontato il quotidiano "ll Piccolo" - ha aggravato il degrado in cui già versava il locale. Occorre intervenire su pavimenti, soffitti, scaffalature, impianti, e a questo scopo la Comunità ebraica, proprietaria dell'immobile, ha avviato un progetto di restauro il cui cantiere dovrebbe partire a breve. Un'operazione per la quale la Comunità, che assicura un primo contributo finanziario, lancia un appello alla città, con una sottoscrizione pubblica per rendere nuovamente agibile e fruibile la libreria antiquaria Umberto Saba.
E dopo? Gli interrogativi sul futuro di un tempio della cultura italiana, per ora, rimangono.

La storica libreria di via San Nicolò; Foto Regione FVG
La storica libreria di via San Nicolò; Foto Regione FVG