È un festival Vilenica che si è dovuto reinventare quello ai nastri di partenza. La rassegna, giunta all'edizione numero 35, fa i conti con i limiti imposti dall'emergenza sanitaria
e cambia forma. Pochi gli incontri dal vivo: i protagonisti, fino a domenica 13 settembre, saranno su Facebook e You Tube, oltre che sulla pagina ufficiale della manifestazione, come sempre promossa dall'Associazione scrittori sloveni. In particolare saranno online gli autori stranieri, un variegato per quanto ristretto parterre di voci della letteratura centroeuropea e dall'Islanda, Paese ospite. Cancellata inoltre la tradizionale cerimonia di premiazione nella 'grotta delle fate' vicina a Lipizza che dà il nome all'omonimo, prestigioso riconoscimento: alla poetessa slovacca Mila Haugová, vincitrice 2020, il Premio è già stato consegnato in patria. Di lei, classe 1942, autrice tradotta nelle principali lingue del continente e feconda traduttrice a sua volta, il palinsesto sul web offrirà come degli altri ospiti un video-ritratto. Nella selezione di incontri in presenza, Vilenica conserva il suo carattere di festival diffuso, con eventi sul Carso e in altre località, tra cui la capitale Lubiana e anche, oltreconfine, a Trieste. Così a Capodistria giovedì è atteso Vinko Mödernodorfer, versatile scrittore e regista sloveno cui viene tributato in questa edizione uno speciale omaggio. Mentre a Trieste venerdì toccherà a un apprezzato poeta 'di casa', Marko Kravos. A fare da filo conduttore all'intero programma, che comprende anche convegni e tavole rotonde, il tema dell'Europa, molto caro agli organizzatori di una iniziativa culturale nata nel 1986 per costruire ponti, attraverso la letteratura, in un'Europa, allora, ancora divisa fra Est e Ovest. I molti interrogativi oggi aperti - anche dall'emergenza Covid - intorno al futuro dell'Unione sono riasssunti nel titolo di Vilenica 2020, "Qui vadis?". (ornella rossetto)