Non siamo alla fine della pandemia, siamo solo all'inizio. Angela Merkel l'aveva detto qualche giorno fa, alla riapertura dei negozi in Germania, invitando i tedeschi a non abbassare la guardia, e l'ha ripetuto parlando alla camera bassa del parlamento. Con il virus si dovrà convivere a lungo, ha affermato, definendo le restrizioni introdotte tra le decisioni più dure che abbia mai dovuto prendere come cancelliera, perché il virus limita proprio i diritti e i bisogni essenziali delle persone. In Germania (quasi 150 mila infetti e oltre 5 mila morti) il picco dei contagi non è ancora stato superato, anche se la diffusione ha rallentato. Il Paese, ha detto la Merkel, resta su un terreno fragilissimo secondo i dati degli ultimi giorni e occorre fare molta attenzione a non vanificare i risultati e gli sforzi fatti finora. Quella che si sta affrontando, ha aggiunto, è la sfida più grande dalla seconda guerra mondiale e dagli anni fondativi della Repubblica federale, e l'impegno contro il virus resterà a lungo la questione centrale della politica in Germania e in Europa. E alla vigilia del vertice chiamato a trovare una riposta unitaria alla crisi innescata dalla pandemia, Angela Merkel ha sottolineato l'importanza della solidarietà europea , perché, ha detto, l'Europa non è l'Europa se non si ci si sostiene gli uni con gli altri. La Germania è pronta a dare contributi più alti al bilancio dell'Ue per un certo periodo, ha asserito la Merkel, che ha invece ribadito il suo no agli eurobond chiesti dall'Italia e da alcuni altri Paesi del Sud Europa. Non sono il mezzo adatto, per alleviare gli effetti di questa crisi, ci vogliono strumenti più veloci che potrebbero cominciare a dare crediti, si augura la Merkel, già dal primo giugno.


Ornella Rossetto