Mario Draghi Foto: EPA
Mario Draghi Foto: EPA

Fine del "Quantitative Easing" a dicembre, tassi fermi almeno fino all'estate del 2019. Lo ha deciso il direttivo della Banca centrale europea, aprendo una nuova fase della politica monetaria, dopo quella introdotta anni fa per fronteggiare la grande crisi. Da ottobre a dicembre gli acquisti di titoli passeranno a 15 miliardi al mese, dagli attuali 30, per poi azzerarsi. Il Quantitative Easing, chiamato anche Alleggerimento Quantitativo è, lo ricordiamo, uno strumento non convenzionale di politica monetaria espansiva utilizzato dalle banche centrali. Viene messo in atto per stimolare la crescita economica, quella della produzione, dell'occupazione e dell'inflazione. E come supporto agli Stati che hanno difficoltà a sostenere e a rinnovare il proprio debito pubblico. La Bce resterà comunque attiva sul mercato: reinvestirà le somme ottenute con il rimborso dei titoli acquistati per un esteso periodo di tempo dopo dicembre e comunque per tutto il tempo in cui sarà necessario mantenere favorevoli condizioni di liquidità. I tassi ufficiali sono stati confermati, resta allo zero percento quello di riferimento. Resteranno fermi, spiega il comunicato pubblicato alla fine della riunione, per tutto il tempo necessario ad assicurare che l'inflazione resti allineata con le attuali aspettative di una rotta di aggiustamento verso il 2%. Le decisioni, ha spiegato il presidente Mario Draghi, sono state prese all'unanimità e sono state ben preparate nei giorni precedenti la riunione.
Immediata la reazione dei mercati, che hanno ben accolto la decisione: dopo l'annuncio l'euro è scivolato rapidamente sotto quota 1,17 dollari, mentre le Borse europee sono tornate in territorio positivo.