Foto: Gabinetto del Capo dello Stato
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Il Presidente della Slovenia Borut Pahor a La Valletta, a Malta, ha preso parte al XVII vertice del Gruppo Arraiolos, il vertice tra i capi di Stato non esecutivi della Ue. Pahor assieme ad altri dodici omologhi europei, tra questi l'italiano Sergio Mattarella, ha discusso delle risposte che l'Unione, insieme, deve dare per far fronte alla guerra in Ucraina e a tutte le sue conseguenze per il continente.
Pahor, nel suo intervento, ha evidenziato due temi chiave, la guerra in Ucraina e l'attuale situazione nei Balcani occidentali. Pahor ha auspicato che l'unità dell'Unione europea sia preservata e rafforzata a seguito dell'aggressione della Russia all'Ucraina. Un'aggressione che ha cambiato il quadro politico sconvolgendo le regole internazionali. Il Capo di Stato ha ribadito che l'Europa non deve ripetere l'errore del 2014, quando non ha risposto in modo sufficientemente deciso all'occupazione russa della Crimea, e ha aggiunto che la Slovenia costruirà attivamente il consenso dell'UE e della NATO, per una maggiore consapevolezza del suo ruolo internazionale di presidio e di difesa dei diritti, della libertà e della democrazia. Allo stesso tempo, il Presidente ha affermato che dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che la situazione nei Balcani occidentali peggiori e ha invitato i leader a essere più flessibili per quanto riguarda l'allargamento dell'UE a questa regione. Il Presidente ha anche riassunto le conclusioni del recente vertice dei leader del processo di Brdo-Brioni, ospitato in Slovenia, e ha valutato che i leader della regione si sentono responsabili della pace e della stabilità, ma hanno bisogno del nostro aiuto. Nel corso di vari incontri bilaterali con altri presidenti, Pahor ha scambiato posizioni e opinioni su varie questioni internazionali ed espresso la convinzione che sull'energia il prossimo Consiglio Ue saprà superare le divergenze. Il Presidente sloveno in merito alla richiesta formulata dall'Ucraina di entrare nella Nato, ha detto che è nel pieno diritto di Kiev di decidere la propria politica di sicurezza, spetta poi alla Nato rispondere alle aspettative dell'Ucraina con il consenso di tutti i membri.


Corrado Cimador