Le domande di autorizzazione all'esportazione dei vaccini anti-Covid saranno valutate separatamente, un caso alla volta. L'obiettivo è che le richieste di esportazione non rappresentino una minaccia per la sicurezza dell'approvvigionamento dei sieri per gli stati membri dell'Unione europea.
Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Ue, ha annunciato che Bruxelles sta consentendo all'Agenzia europea per i medicinali "di approvare più velocemente vaccini aggiornati per affrontare nuove varianti". Ciò "significa più vaccini in circolazione e più europei protetti dal virus".
Riguardo l'interscambio dei vaccini con il Regno Unito, secondo il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, Bruxelles ha esportato in Gran Bretagna quasi undici milioni di dosi, mentre da Londra ne sono arrivate zero. Quando si parla di solidarietà occorre discutere "di reciprocità e proporzionalità", ha aggiunto. Dombrovskis ha inoltre sottolineato le "forti inadempienze" di AstraZeneca nella distribuzione dei vaccini.
Intanto il commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, ha evidenziato che "in 19 Stati membri stanno salendo i contagi, in 15 aumentano i ricoveri ospedalieri, e 8 vedono crescere i morti. Nelle ultime settimane" è stato segnalato anche "un aumento nel numero delle varianti", rimane però predominante il ceppo britannico, che si registra in 25 paesi, quello sudafricano "è stato rintracciato in 18 stati, quello brasiliano in nove", ha aggiunto. "Per tenere la situazione sotto controllo, non sono sufficienti soltanto le misure della sanità pubblica. È necessario garantire l'accesso a vaccini sicuri ed efficaci", ha detto ancora Kiriakides. Ed è proprio questa la base della decisione dell'Ue di inasprire le regole per l'esportazione dei vaccini. "Ancora una volta - ha precisato - siamo di fronte a un'emergenza".


E. P.

Foto: Reuters
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