Con oltre il 99% delle schede scrutinate, i socialisti hanno ottenuto 33 seggi, così anche la Sinistra Repubblicana, ma con meno voti. Si ferma a 32 deputati invece il partito indipendentista di centrodestra dell'ex presidente, Carles Puidgemont, Insieme per la Catalogna. Irrompe in parlamento anche l'estrema destra di Vox con 11 seggi. La Sinistra antisistema della Candidatura di Unità popolare ottiene 9 seggi; En Comú Podem, partito della sinistra catalana non indipendentista, mantiene i suoi 8 seggi. Sprofondano invece il Partito Popolare e Ciudadanos.
A ricoprire il ruolo di presidente della Regione potrebbe essere Pere Aragonès, candidato della Sinistra Repubblicana, in caso di alleanza tra i partiti indipendentisti. Meno probabile invece un'intesa tra Socialisti, Sinistra Repubblicana ed En Comú. Per questo motivo il socialista Salvador Illa, ex ministro della Salute, ha annunciato che si recherà all'Investitura, anche se la sua strada verso la guida del governo catalano è tutta in salita.
È tuttavia improbabile che il risultato delle elezioni porti ad una ripetizione della dichiarazione di indipendenza della Regione: le tensioni sono infatti diminuite, gli elettori in questo momento sono piu' preoccupati per la pandemia di coronavirus che per l'indipendenza. Anche l'affluenza alle urne risulta nettamente più bassa rispetto al 2017: solo il 53% dei catalani ha espresso il proprio voto, 4 anni fa l'affluenza era stata invece del 79%. Ciò potrebbe aver favorito i separatisti, i cui sostenitori erano più mobilitati.

Foto: Reuters
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