Il meccanismo di condizionalità è uno strumento introdotto nell'ambito dei negoziati sul bilancio pluriennale dell'Ue per il periodo 2021-2027. Questo può applicarsi agli specifici stati membri, in questo caso Polonia e Ungheria, che si sono trovate nel mirino della Commissione Ue in particolare per mancanza di trasparenza nell'aggiudicazione di appalti pubblici e insufficiente lotta alla corruzione. Si tratta quindi di uno strumento che mira a proteggere le finanze dell'Unione europea; questo, infatti, prevede l'adozione di determinate misure, quali il congelamento dei fondi, qualora fosse accertato che le violazioni dei principi dello stato di diritto pregiudichino la sana gestione degli interessi finanziari dell'Ue. La Commissione ha deciso però di attendere il verdetto sulla sua legittimità prima di procedere al varo. Dura la reazione della ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, secondo cui nel considerare le richieste dei due Paesi membri, la Corte di Giustizia europea avrebbe preso una decisione di carattere politico. "La sentenza rappresenta un esempio di come Bruxelles stia abusando del suo potere", ha sottolineato. La decisione potrebbe avere conseguenze importanti sui meccanismi interni all'Ue quali un'accelerazione del braccio di ferro politico. Per entrambi i paesi le somme in gioco sono infatti considerevoli; un'eventuale uscita dall'Ue significherebbe rinunciare al colossale aiuto che ha permesso investimenti e sviluppi funzionali.

Maja Novak

 Foto: EPA
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