Fra dubbi, ripensamenti e annunci, alla fine la data del 15 giugno è stata rispettata: anche i paesi più prudenti hanno deciso di riaprire le frontiere con l’Italia nel giorno indicato alcune settimane fa dalla stessa Angela Merkel come quello in cui sarebbe stata ristabilita la libera circolazione fra i paesi dell’Unione europea.
L’annuncio in Friuli Venezia Giulia era giunto con 48 ore di anticipo, confermato sia dal governo sloveno sia dalla regione Friuli Venezia Giulia anticipando l’accesso in Slovenia per i residenti in Regione: ora però la situazione ritornerà alla normalità, perlomeno per quanto riguarda l’attraversamento dei confini. La Slovenia, ma anche l’Austria, la Svizzera e la Francia, alla luce dei dati epidemiologici italiani, hanno deciso di sospendere i controlli alle frontiere. Ieri, dopo l’Austria, che riapre il 16, e la Slovenia, anche la Svizzera aveva annunciato la fine del blocco. Per riaprire i confini extra Unione europea bisognerà invece attendere luglio.
“Domani sarà il D-day, la giornata della riapertura europea – ha commentato il ministro degli esteri Luigi di Maio -: c’erano Stati esteri che inizialmente avevano chiuso all’Italia e agli italiani, ma il nostro Paese è sempre stato trasparente, abbiamo mostrato i dati epidemiologici, ci siamo impegnati e alla fine hanno cambiato idea”. La data del 15 giugno era stata però indicata fin dall’inizio come quella di una possibile riapertura, se i dati italiani fossero stati accettabili.
Sia come sia, la riapertura riporta un po’ di normalità nelle aree di confine, con economie strettamente legate e interdipendenti dall’entrata in vigore di Schengen. Anche al confine fra Slovenia e Friuli Venezia Giulia saranno sospesi i controlli e riaperti anche i valichi secondari, chiusi dallo scoppio dell’epidemia.

Alessandro Martegani


Foto: Radio Koper/Nataša Uršič
Foto: Radio Koper/Nataša Uršič