Lubiana ha accolto con delusione la sentenza arrivata da Strasburgo ed in una nota il governo esprime rammarico per la decisione del tribunale che non ha accolto le argomentazioni slovene e ha giudicato invece inammissibile la trattazione ed il giudizio su vertenze di carattere interstatale. Ricordiamo che la Slovenia era ricorsa alla Corte europea nel settembre del 2016, denunciando il trattamento discriminatorio e iniquo degli organi di giustizia croati nei giudizi sui rimborsi dei crediti - più di 400 milioni di euro -che la ex Banca di Lubiana aveva concesso a imprese ed aziende della Croazia nel periodo jugoslavo. Il verdetto è stato naturalmente accolto con soddisfazione a Zagabria dove dicono “è impensabile che uno stato a nome di una banca, denunci un altro paese per violazione di diritti umani”. Rigettando le accuse sulla presunta faziosità dei tribunali interni in Croazia ricordano ancora che la restituzione dei crediti è in pratica impossibile in quanto gran parte delle aziende debitrici è fallita o non esiste più. La sentenza della Corte è definitiva e Lubiana, dunque, non potrà più far ricorso o intentare nuove cause di fronte allo stesso organismo. Nonostante ciò, il governo sloveno fa sapere che continuerà l’impegno politico e diplomatico per trovare una soluzione alle pendenze delle aziende croate nei confronti dell’ex Ljubljanska banka. Ricordiamo che nel 2014, la Corte per i diritti umani aveva decretato il rimborso da parte slovena dei risparmi che i cittadini croati e bosniaci detenevano nella stessa banca: più di 300 mila persone per un importo di quasi 400 milioni di euro. Fatto che aveva indotto la Slovenia ad intraprendere la battaglia per la restituzione dei crediti . Battaglia per il momento persa.

(lpa)

Foto: BoBo
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