Le dimissioni di Dmitry Medvedev e dell'esecutivo di Mosca sono legate alle riforme costituzionali annunciate da Vladimir Putin nel suo discorso sullo stato della nazione: "È stata delineata tutta una serie di emendamenti fondamentali alla Costituzione", ha detto l'ormai ex primo ministro. "Quando questi cambiamenti verranno adottati, avranno effetti sull'intero equilibrio dei rami del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del governo", ha aggiunto Medvedev.
Putin, nel suo discorso, ha affermato che la Russia non ha bisogno di una nuova Costituzione, poiché il suo potenziale è ancora attuale, ma è possibile procedere ad alcune modifiche per bilanciare meglio i poteri dello Stato, ovvero aumentare i poteri dei primi ministri e dei membri del governo. Tra le modifiche suggerite, il vincolo per il presidente a non più di due mandati, il divieto per gli alti funzionari ad avere altri passaporti oltre a quello russo, e il potere al Parlamento di nominare il premier e i ministri. Il tutto dovrà poi essere sottoposto a referendum. La mossa di Putin viene comunque vista come parte degli sforzi del presidente per ritagliarsi una nuova posizione di potere e rimanere alla guida del Paese.
Intanto il leader del Cremlino ha incaricato l'esecutivo uscente a continuare a lavorare finché non sarà formato un nuovo governo. Putin ha poi ringraziato Medvedev del suo servizio, precisando però che il gabinetto del primo ministro non ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati. In ogni modo, il presidente russo ha intenzione di nominare Medvedev come vice nel Consiglio di sicurezza presidenziale. Dmitry Medvedev "si è sempre occupato di questi temi", ha detto ancora il capo dello Stato russo.

E. P.

Foto: Reuters
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