Foto: Reuters
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Le misure messe a punto dalla squadra della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sono state presentate per la prima volta nell'ottobre 2022 nell'ambito del pacchetto "Zero Pollution", restrizioni che introducono limiti più severi per il 2030. A seguito degli ultimi negoziati a Bruxelles, i governi dei Ventisette e l'Europarlamento hanno raggiunto un accordo sulla nuova direttiva che prevede una stretta decisa: innanzitutto "per i due inquinanti con il maggior impatto documentato sulla salute umana, ovvero le polveri Pm2.5 e No2, i valori annuali dovranno essere più che dimezzati". Oltre ai piani antismog, tutti i governi saranno chiamati a redigere tabelle di marcia per la qualità dell'aria entro il 31 dicembre 2028, definendo misure a breve e lungo termine per rispettare i nuovi valori limite che verranno introdotti dal 2030. Però è stata introdotta una clausola per i Paesi membri; questi potranno chiedere di posticipare la scadenza fino a dieci anni, solo in alcuni casi specifici. Tra le altre novità anche il diritto al risarcimento per i cittadini, quindi chi subisce danni alla salute a causa dell'inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in caso di violazione delle norme dell'Unione europea da parte dei governi nazionali.

Lo smog continua a uccidere 330mila persone all'anno in Europa, e soprattutto in Italia l'allarme resta alto. In Friuli-Venezia Giulia, in particolare Trieste e Gorizia, si stanno mobilitando per promuovere normative volte a ridurre il livello di inquinamento. Trieste, dove nella giornata di ieri si è svolto un incontro sulla campagna Città2030 di Legambiente, ha l'obiettivo di ridurre, nel corso dei prossimi sei anni, del 14% le concentrazioni di Pm2.5 e del 10% quelle di biossido d'azoto, sfida che farebbe entrare la città nei limiti di esposizione fissati nella prossima normativa europea del 2030.

B.Ž.