Foto: Presidenza del Consiglio
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Relazioni fra il popolo tunisino e quello dell’Unione europea, sviluppo economico, miglioramento del trasporto aereo e delle energie rinnovabili, lotta ai trafficanti di esseri umani: sono i cinque pilatri, illustrati dalla stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, contenuti nell’accordo siglato a Tunisi, accanto alla premier italiana Giorgia Meloni e al premier olandese Mark Rutte, con il presidente tunisino, Kais Saied.
La firma, per nulla scontata fino a poche ore prima dell’arrivo della delegazione europea nella capitale tunisina, visti i continui rilanci da parte di Saied, fissa i principi di una partnership strategica fra Unione europea e Tunisia, paese che, in cambio di investimenti e aiuti da parte di Bruxelles, s’impegna a controllare maggiormente le coste per evitare le partenze dalle coste africane.
"Eravamo qui l'11 giugno - ha detto Von Der Leyen commentando l’esito dell’incontro - e dopo solo un mese siamo di nuovo qui”. “I nostri team hanno lavorato molto duramente per concludere in tempi brevi un pacchetto forte, che è un investimento nella nostra prosperità condivisa, stabilità e nelle generazioni future". "Condividiamo interessi strategici, - ha aggiunto - ma ci sono anche ragioni impellenti" che hanno spinto le parti a raggiungere l'intesa che contiene "un pacchetto globale di misure da mettere in atto a breve".

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Quello siglato ieri a Tunisi, ha aggiunto la premier Meloni, che come leader di un paese come l’Italia che rappresenta il punto d’arrivo dei viaggi di migranti dall’Africa teneva particolarmente alla firma, è anche un modello per accordo futuro con altri paesi. “È un risultato estremamente importante" ha detto, frutto di "un grande lavoro diplomatico”, un "ulteriore passo verso un vero partenariato tra Tunisia e Ue, per affrontare la crisi migratoria".
"Abbiamo a lungo lavorato come diplomazia italiana per questo sviluppo – ha aggiunto - e il partenariato va considerato un modello per nuove relazioni con i vicini del Nord Africa: il memorandum è un punto di partenza, cui dovranno seguire diversi accordi".
Meloni ha anche ricordato che alla fine di questa settimana, il 23 luglio, si terrà a Roma la conferenza internazionale sulla migrazione che vedrà proprio il presidente Saied fra i protagonisti, accanto ad altri capi di Stato e di governo.
Fra i temi principali del memorandum, inseguito a lungo dall’Italia e dall’Unione europea, c’è quello del controllo dell’immigrazione, con il coordinamento in attività di ricerca e soccorso, ma anche accordi sulla migrazione regolare. Nell’accordo, che però ora dovrà essere attuato, sono previsti anche finanziamenti europei per l’istruzione e la transizione digitale in Tunisia, aiuti per lo sviluppo economico, investimenti e commercio, ma anche supporto tecnologico per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Il tutto dovrebbe anche creare lavoro e opportunità per la popolazione.

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Per ora i finanziamenti previsti sono 105 milioni per il controllo delle migrazioni più 150 da destinare al bilancio tunisino, altri 900 ha spiegato von der Leyen, verranno erogati "quando ci saranno le condizioni", ma intanto Saied ha trovato un’altra strada per accedere a fondi rispetto a quella del Fondo Monetario Internazionale, con cui noi ha un buon rapporto. Tutto però rimane condizionato all’avallo da parte dei paesi membri dell’Unione, e, nonostante la fiducia manifestata da Mark Rutte, è prevedibile un cammino non facile vista l’opposizione di Ungheria e Polonia a qualsiasi accordo che comporti impegni sulla distribuzione dei migranti.

Alessandro Martegani