Foto: BoBo
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Forse non domani, ma è possibile che in futuro si ritorni a fare la spesa portandosi scatole, sacchetti e bottiglie da casa per comprare, anche nella grande distribuzione, prodotti sciolti.
Si tratta di un mese che potrebbe essere decisivo per la grade distribuzione in Europa: il prossimo 20 novembre il Parlamento europeo esaminerà le nuove norme sugli imballaggi votate dalla Commissione ambiente e, se per prodotti come il vino, che fra l’altro viene venduto in bottiglie di vetro, non ci sono problemi, visto che viene esplicitamente esentato, per altri tipi di prodotti le nuove eventuali regole potrebbero cambiare radicalmente il tipo di distribuzione, escludendo ad esempio gli imballaggi usa e getta per alimenti che pesano meno di un chilo. Addio quindi all’insalata in busta, ai cestini di fragole, alle confezioni di pomodorini o arance in rete, ma anche alle confezioni famiglia di acqua e bibite. Una vera e propria stretta sui micro-imballaggi, che punta a promuovere il riuso dei contenitori nel settore del take-away e della distribuzione.
Previsti anche nuovi obiettivi per il contenuto minimo di materiali riciclati negli imballaggi, e packaging più leggeri.
Non mancano le esenzioni, ad esempio per gli imballaggi monouso per condimenti, conserve, salse, creme per caffè, zucchero, ma anche per i servizi in strutture come ospedali, cliniche e case di cura. Guerra invece a tutti i mini-imballaggi monouso per gli hotel.
Si prevedono anche norme che favoriscono il cambiamento delle abitudini: dopo due anni dall’entrata in vigore del regolamento, gli operatori take-away nei settori del cibo e delle bevande dovranno consentire ai clienti di usare il proprio contenitore portato da casa, e a partire dal primo gennaio 2030, i supermercati di dimensioni superiori a 400 metri quadrati dovranno dedicare almeno il 10 per cento del loro spazio alle stazioni di ricarica.
Il progetto di normativa ha naturalmente scatenato la reazione delle imprese di distribuzione, ma anche di alcuni governi, come quello italiano, che teme contraccolpi sulla filiera produttiva: “In questo modo – dice la Coldiretti - si rischia anche un effetto negativo sui consumi, dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani”.

Alessandro Martegani