Foto: Reuters
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Le forze ucraine resistono a Severodonetsk, nell'Est del Paese, ma i russi sono "più numerosi e più potenti". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodomyr Zelensky fotografando la situazione nel principale teatro di battaglia in questo momento in Ucraina, dopo essersi recato al fronte nel Lugansk per incontrare e incoraggiare le truppe. Intanto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov avverte - "Se l’Ucraina avrà missili a lungo raggio, Mosca è pronta a colpire territori sempre più lontani dai propri confini". Le parole di Lavrov fanno eco a quelle del Presidente Putin che ha già detto qualcosa di simile sulla situazione che verrà a crearsi con l'arrivo di nuove armi. La dichiarazione di Lavrov si riferisce all'arrivo a Kiev dei lanciarazzi multipli Himars dagli Stati Uniti e anticarro dalla Svezia. Intanto, la visita del ministro degli Esteri russo Lavrov di due giorni in Serbia, è stata annullata. A deferirla la decisione di Bulgaria, Macedonia del Nord e Montenegro di vietare il transito nel loro spazio aereo per il volo del ministro degli Esteri russo diretto a Belgrado.
Se le armi non tacciono, qualcosa sembra muoversi sul piano diplomatico, il condizionale comunque è d'obbligo. Secondo il quotidiano russo "Izvestija", che cita una fonte anonima di alto rango, la Russia ha concordato con l'Ucraina e la Turchia uno schema preliminare per l'uscita delle navi ucraine con grano proveniente dal porto di Odessa. In particolare, i militari turchi saranno impegnati nello sminamento delle acque territoriali ucraine, mentre scorteranno le navi cariche di grano in quelle neutrali. Secondo quanto riferito da "Izvestija", il parlamento turco ha spiegato che Ankara sta partecipando a questa operazione poiché è importante risolvere la crisi alimentare mondiale.

Corrado Cimador