Foto: Reuters
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Cresce il numero dei contagi in Austria e perciò il governo ha deciso di varare un nuovo piano di intervento per riuscire a far rientrare una situazione considerata allarmante. Dopo che qualche settimana fa era stata resa nota la decisione di introdurre a partire dal primo novembre l'obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato; questo fine settimana, valutando questa misura non più sufficiente, è stata pronunciata nuovamente la parola lockdown.

Questo dovrebbe scattare se i ricoveri in terapia intensiva supereranno la soglia critica dei 600 posti letto e varrà non per tutti: soltanto i non vaccinati saranno, infatti, obbligati a restare a casa. Il governo li ritieni la causa principale dell'attuale peggioramento della situazione, come del resto si sta riscontrando anche in altre parti del mondo, dove la quota dei vaccinati è modesta. In Austria infatti solo il 62,1% della popolazione risulta totalmente immunizzata, mentre il 65,3% lo è con la prima dose, tanto che il cancelliere Alexander Schallenberg ha parlato di “pandemia dei non vaccinati”.

Il piano abbozzato è articolato in 5 livelli e il lock-down per i non vaccinati è il quinto. Il livello 3 scatta al superamento dei 400 ricoveri in terapia intensiva, e introduce l'obbligo di sottoporsi a test molecolari, visto che saranno gli unici considerati validi per il rilascio del greenpass. Se si arriverà al livello 4 (più di 500 ricoveri in terapia intensiva), conterà invece soltanto la condizione di guarito o vaccinato e nessun test sarà considerato più valido. Se infine si supererà la quota 600, allora i non vaccinati, solo loro, conosceranno un nuovo lock-down. L'obiettivo non dichiarato è di indurre il maggior numero di persone a vaccinarsi, ma bisognerà vedere se questa iniziativa sortirà l'effetto desiderato.

Barbara Costamagna