Gordan Grlić-Radman, Antonio Tajani e Tanja Fajon
Gordan Grlić-Radman, Antonio Tajani e Tanja Fajon

Cooperazione fra i paesi dell’Adriatico, impegni comuni per lo sviluppo scientifico, il sostegno all’Ucraina, e sull’allargamento dell’Unione europea nei Balcani, ma soprattutto la gestione dell'immigrazione sono stati i temi della Trilaterale sulla cooperazione dell'Alto Adriatico di Ancona. Nella città marchigiana questa mattina i ministri degli esteri di Italia, Slovenia e Croazia, Antonio Tajani, Tanja Fajon e Gordan Grlić-Radman hanno firmato una dichiarazione congiunta riaffermando la volontà collaborare, anche su temi di stretta attualità, come quello della sicurezza e della gestione dei migranti.
La dichiarazione congiunta sancisce un impegno comune tra Italia, Slovenia e Croazia sul fronte della gestione della migrazioni e nel contrasto dei traffici illeciti e della criminalità organizzata transnazionale, e i tre paesi si sono impegnati a rafforzare il coordinamento in tema di sicurezza marittima, e nelle operazioni d’intervento di emergenza in mare.

Il mare non si può trasformare in un cimitero.

Tanja Fajon

A riguardo la ministra Fajon ha sottolineato come “il mare non si possa trasformare in un cimitero”: “Ci siamo impegnati su questo tema - ha detto nella conferenza stampa finale - e in autunno faremo anche un’esercitazione di ricerca e salvataggio marittimo comune, per prevenire le tragedie in mare”. Riguardo la rotta balcanica Fajon si è detta “preoccupata" dell'aumento dei numeri di immigrati che attraversano i confini via terra, ribadendo che la lotta contro l'immigrazione irregolare e contro i trafficanti “deve essere un impegno comune”, e come occorra rafforzare il confine esterno, ma, ha aggiunto, "dobbiamo lavorare molto sulle cause e sull'origine delle migrazioni: in passato non abbiamo fatto a sufficienza e non abbiamo avuto successo nella realizzazione di una politica migratoria e d'asilo, e dobbiamo lavorare sulle cause principali di questo problema”.

Non esistono soluzioni se non soluzioni europee per la protezione anche delle frontiere esterne.

Antonio Tajani

Sulla necessità di intervenire sulle cause dell'immigrazione irregolare hanno concordato anche Grlić-Radman e Tajani: "Non esistono soluzioni se non soluzioni europee per la protezione anche delle frontiere esterne - ha detto Tajani -, e abbiamo guardato anche un grande attenzione a ciò che accade in Africa perché la questione migratoria si risolve se soprattutto si agisce affrontando le cause che provocano l'immigrazione e il traffico di esseri umani".

Dobbiamo andare a risolvere le cause dei problemi della migrazione dove nascono, in Africa.

Gordan Grlić-Radman

"Sono d'accordo sul fatto che l'immigrazione è un tema europeo - ha aggiunto Grlić-Radman - perché è proprio all'interno dell'Unione Europea che dobbiamo trovare una soluzione, ma il ministro Tajani ha ragione quando dice che perché ci sono flussi migratori che hanno delle cause specifiche, come la guerra, e ma ce ne sono altri e l'Unione Europea deve utilizzare le giuste leve e gli strumenti politici ed economici per calmare le tensioni che portano a determinati flussi migratori”.
Impegni sono stati presi anche sulla crescita economica dell’area dell’Alto Adriatico, soprattutto nei settori dell’innovazione e tecnologia, come nel prossimo "Big Science Business Forum 2024", in programma a Trieste, o la creazione della valle dell'idrogeno transfrontaliera, e in più in generale è stata riaffermata la cooperazione per tutelare l'eco-sistema adriatico e lo sviluppo dei sistemi portuali.
Nel testo non sono mancati i temi di politica estera, con il sostegno all'Ucraina e l’impegno a partecipare alla ricostruzione: i tre ministri hanno poi ribadito la necessità di accelerare sul processo di integrazione europea dei Balcani Occidentali e di rafforzare l’impegno dell'Unione Europea a sostegno dei Paesi dell'area.
Dopo la firma ai tre ministri si è unito anche il collega austriaco Alexander Schallenberg per parlare della prospettiva europea dei Balcani occidentali nel corso di una colazione di lavoro.

Alessandro Martegani