Foto: mmc
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L'inquinamento atmosferico è un killer invisibile. Le emissioni di inquinamento, del trasporto su strada come pure quello per riscaldare le abitazioni nei mesi freddi, sono spesso più dannose di quelle provenienti da altre fonti, in quanto si originano a livello del suolo e tendono a verificarsi nelle città, vicino alle persone. Secondo le informazioni e i dati aggiornati pubblicati dall'Agenzia Europea dell'Ambiente, l'inquinamento atmosferico rappresenta un serio pericolo per la salute umana e per l'ambiente. Il nuovo rapporto della AEA, indica che l'inquinamento da polveri sottili avrebbe causato 238.000 morti premature nell'Unione Europea nel 2020. I decessi sarebbero stati causati ‘dall'esposizione a concentrazioni superiori alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità’ di inquinanti quali il particolato, il biossido di azoto e l'ozono troposferico, che sono i responsabili dei maggiori danni alla salute umana. Nel caso delle particelle di ozono, causate in particolare dal traffico stradale e dalle attività industriali, avrebbero causato nel 2020 oltre 24.000 decessi. Per quanto riguarda il biossido di azoto, un gas prodotto principalmente dai veicoli e dalle centrali termiche, la cifra dei decessi prematuri sale a più di 49.000. Si tratta di un dato in leggero aumento rispetto al 2019, quando le polveri sottili, che penetrano in profondità nei polmoni, avrebbero causato la morte prematura di 7.000 individui in meno rispetto al 2020. L'inquinamento atmosferico comporta anche considerevoli ricadute economiche poiché diminuisce la durata di vita, aumenta le spese mediche e riduce la produttività in tutti i settori dell'economia a causa delle giornate lavorative perse per problemi di salute. Inoltre, l'inquinamento atmosferico genera conseguenze negative per gli ecosistemi, danneggiando i terreni, le foreste, i laghi e i fiumi e riducendo le rese agricole.


Corrado Cimador