Foto: MMC RTV SLO/Marijan Močivnik
Foto: MMC RTV SLO/Marijan Močivnik

L'Italia affila di nuovo le sue armi per una nuova battaglia sulle denominazioni d'origine protette. Dopo il Tocai friulano a finire nel mirino è uno dei vini più popolari nel mondo: il Prosecco.

Negli scorsi giorni, infatti, la Croazia ha presentato la proposta alla Commissione europea per registrare il nome Prošek. Per questo Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo dei Social- Democratici alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, in una lettera inviata al commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha chiesto di bloccare la procedura; che ha ricordato non era stata avviata dalla Croazia alla sua entrata nella Ue, proprio perchè già all'epoca il paese era consapevole del fatto che questa denominazione fosse in conflitto con la tutela riservata al Prosecco italiano.

Inoltre il regolamento Ue sull’Organizzazione comune dei mercati agricoli stabilisce che le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette devono essere tutelate da ogni abuso, imitazione o evocazione, anche quando il nome protetto viene tradotto in un’altra lingua.

Il Prosecco italiano, in questo caso, dovrebbe essere in regola per potersi difendere visto che con la revisione dei disciplinari del 2009 fu introdotto nell'area Doc anche il paesino di Prosecco in provincia di Trieste e quindi la denominazione è anche un nome geografico, cosa che invece non era avvenuta con il Tocai che vide la vittoria dell'Ungheria, che possedeva anche la denominazione geografica.

Ad intervenire nel dibattito anche l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, che ha detot di sperare che l'Italia mantenga "un minimo di credibilità rispetto a regole ampiamente condivise si comporti con coerenza e blocchi immediatamente la richiesta".

Barbara Costamagna