Poche adesioni finora e con molte riserve. L’accordo siglato alla Valletta due settimane fa da Italia, Germania, Francia e Malta, che fissa un meccanismo di ricollocamento automatico per le persone soccorse in alto mare, non decolla, e a confermare i timori e gli scetticismi è stata l’ultima seduta del Consiglio dell’Unione Europea dei ministri dell’Interno.
Non era prevista la firma definitiva del pre-accordo, ma le speranze nemmeno troppo celate dell’Italia e degli altri paesi erano di estendere perlomeno il sostegno generale all’intesa anche a una decina di altri paesi: così però non è stato.
Solo tre paesi, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, hanno garantito la propria disponibilità, mentre gli altri non hanno risposto alla chiamata di adesione a un meccanismo che, fra l’altro, rimane temporaneo e su base volontaria.
Anche la ministra dell’interno italiana, Luciana Lamorgese, che si era dimostrata fiduciosa dopo la firma di Malta, ha ammesso che il percorso si chiuderà “non immediatamente”, e che “richiede degli approfondimenti” delle riunioni tecniche, che ci saranno prossimamente.
Le incognite non sono poche: il numero degli aderenti, che potrebbe svuotare di significato l’accordo; le possibilità o meno di scelta da parte dei paesi che accolgono, che limiterebbe l’operatività (la Francia ad esempio punta ad accogliere solo persone provenienti da paesi con cui Parigi ha già accordi di rimpatrio); le stesse incertezze dei paesi che hanno già firmato, come la Germania, che ha subordinato la partecipazione a una corretta gestione degli sbarchi da parte dell’Italia. Altri paesi come Bulgaria, Cipro e Grecia, hanno poi chiesto di riportare l’attenzione sulle rotte del Mediterraneo orientale, in particolare dopo l’aggravarsi della crisi in Siria.
Non c’è fiducia nemmeno nella gestione che l’Italia ha con i rapporti con la Libia, nonostante la rassicurazione della ministra Lamorgese, secondo cui “la guardia costiera libica sta facendo un buon lavoro”.
Un monito è giunto dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, che dalla Danimarca, paese che non ha aderito alla ridistribuzione, ha sottolineato come “Quello dei migranti è un problema che bisogna governare. Non si può – ha aggiunto - far finta di rimuoverlo”.

Alessandro Martegani

Foto: EPA
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