E' una delle pagine più oscure e dolorose della storia recente rumena. Nel 1989, durante e dopo la caduta del dittatore comunista, Nicolae Ceaucescu, le strade di Bucharest e di altre citta rumene divennero preda del caos più completo. Per alcuni giorni, misteriosi "terroristi" spararono sulla folla, scesa in piazza per chiedere democrazia e libertà: le vittime furono quasi mille, i feriti più di duemila.
Secondo la procura militare, a organizzare e gestire il caos per riuscire a prendere il potere nella fase più violenta della transizione, sarebbe stato un gruppo che ruota intorno all'ex presidente Ion Iliescu, eletto proprio nel 1989 fino al 1996, e poi nuovamente capo di stato dal 2000 al 2004.
L'accusa, sostiene che la leadership del Fronte di Salvezza nazionale, creato in fretta e furia dopo la fuga di Ceaucescu da Bucharest e capeggiato da Iliescu, avrebe deliberatamente utilizzato servizi segreti ed esercito contro i manifestanti, con l'obiettivo di creare un clima di terrore nelle strade.
Ad andare sul banco degli imputati insieme ad Iliescu saranno l'ex vice primo ministro Gelu Voican Voiculescu e l'ex capo dell'avizione militare Iosif Rus, che avrebbero coadiuvato l'ex presidente, mentre l'ex giornalista dell'emittente pubblica rumena Emil Dimitrescu è accusato di aver disinformato volutametne il pubblico sotto gli ordini del Fronte.
Non è questo il primo processo sugli eventi che hanno segnato la "Rivoluzione rumena". Una prima indagine venne chiusa senza rinvii a giudizio nel 2009.

Francesco Martino

Foto: Reuters
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