Foto: Reuters
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Tra la paura, il fumo e la cenere sono ormai migliaia le persone evacuate dal territorio, che in gran parte è parco nazionale e patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco. L’incendio è fuori controllo e nonostante gli sforzi di centinaia di operatori che lavorano senza sosta, l’isola di Tenerife, nelle Canarie, è devastata dalle fiamme. Le ultime evacuazioni hanno contato tremila persone e in molte zone continuano a caricare furgoni per fuggire, e altrove tentano in tutti i modi di ripulire il terreno da tutto ciò che potrebbe alimentare ulteriori fiamme. L’incendio è scoppiato due giorni fa e ha iniziato a svilupparsi in un’area montuosa, di difficile accesso per le squadre di emergenza, da subito infatti l’obiettivo principale delle autorità spagnole è stato quello di contenere le fiamme il più possibile e impedire che queste raggiungessero le aree più popolate.

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Come ha spiegato il presidente dell’arcipelago “le operazioni di spegnimento sono complicate dall’orografia e dalle condizioni meteo, in particolare dal vento e dalle altissime temperature di questi giorni”. È intervenuto anche Pedro Martinez, il responsabile delle operazioni di spegnimento, dichiarando che al momento solo tra il 15 e il 20 per cento del perimetro si è stabilizzato, mentre nel resto della zona colpita, il fuoco continua ad avanzare. Circa 200 uomini sono stati operativi durante la notte, al mattino invece hanno iniziato ad agire 16 mezzi aerei con l’assistenza di altri due per il coordinamento, al quale si sono integrati altri 260 operatori a terra. È uno degli incendi più complicati e impegnativi degli ultimi decenni, che al momento ha devastato più di tremila ettari di bosco.

B.Ž.