Foto: Oglasno sporočilo
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La bicicletta è uno dei mezzi di trasporto più sostenibili, salutari ed efficienti per ridurre le emissioni: questo principio è stato sancito dalla “Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità”, un documento firmato a Bruxelles durante un incontro dei ministri dei trasporti, con cui gli Stati membri dell’Unione Europea si sono impegnati a costruire più piste ciclabili e posti auto sicuri, migliorare la sicurezza dei ciclisti e promuovere iniziative per incoraggiare la mobilità su due ruote.
L’iniziativa era partita nel periodo della pandemia, quando era aumentato il numero degli utilizzatori di biciclette e di percorsi ciclabili: Belgio, Lussemburgo, Austria, Irlanda, Danimarca e Paesi Bassi avevano siglato una prima dichiarazione nel 2022, sottoscritta poi da altri dieci paesi, tra cui Francia e Spagna. Lo scorso ottobre la Commissione Europea aveva preparato un testo, recentemente siglato da tutte le istituzioni comunitarie.
Fra i punti della dichiarazione, l’impegno a “incrementare significativamente l’infrastruttura ciclabile sicura e coerente in tutta Europa” e ad aumentare la sicurezza per i ciclisti, “in particolare attraverso la separazione fisica delle piste ciclabili dal traffico motorizzato dove rilevante, o garantendo velocità sicure nel traffico misto”.
La dichiarazione non contiene però obiettivi concreti o obblighi legali: anche la Commissaria ai trasporti Adina Vălean, ha dichiarato che l’attuazione degli impegni riguarda i governi e le regioni “che scelgono di farlo”.
In ogni caso, per le organizzazioni e le imprese che si occupano di trasporto su due ruote, si tratta di un passo in avanti: per la Federazione Europea dei Ciclisti è un “traguardo storico”, che, ha detto il direttore Jill Warren, “ha il potenziale di sbloccare i benefici del ciclismo per milioni di cittadini europei”.
“Non può che arrivare un plauso da parte nostra”, ha dichiarato Mariano Roman, presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Ciclo Motociclo Accessori): “C’è finalmente nero su bianco la volontà strategica di liberare tutto il potenziale della mobilità su due ruote, dell’industria del ciclo, del cicloturismo e della ciclologistica, e c’è un’esortazione chiara verso i Paesi membri a sviluppare un’infrastrutturazione ciclabile migliore, sicura e accessibile”.

Alessandro Martegani