Foto: EPA
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"A circa un anno dalla morte di Mahsa Amini, l'Europarlamento rimane ancora a fianco di coloro che, in Iran, stanno lottando per l'uguaglianza, la dignità e la libertà". Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a Strasburgo, annunciato il vincitore del Premio Sacharov di quest'anno, ovvero Mahsa Amini e il movimento di protesta iraniano Donna, vita, libertà.
Ricordiamo che la ventiduenne iraniana, di origini curde, è morta a settembre dell'anno scorso mentre era trattenuta dalle forze dell'ordine, dopo essere stata fermata dalla polizia morale per aver portato il velo in modo inappropriato. La morte della giovane ha scatenato proteste di massa in Iran che sono durate diversi mesi proprio sotto lo slogan "Donna, vita, libertà" e erano inizialmente dirette contro il codice di abbigliamento islamico per le donne. Successivamente le manifestazioni si sono trasformate in proteste contro il governo e in un'aperta opposizione al regime religioso-autocratico in Iran. Centinaia le persone uccise durante le manifestazioni, migliaia quelle arrestate, alcune di loro sono poi state anche giustiziate.
Secondo Roberta Metsola, l'uccisione di Mahsa Amini ha rappresentato un punto di svolta che ha portato alla formazione di un movimento in Iran guidato dalle donne, che è entrato a far parte della storia del Paese. "Il Parlamento europeo rimane orgogliosamente al fianco dei coraggiosi e ribelli che continuano a lottare per l'uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran", ha assicurato la presidente, aggiungendo di essere anche al fianco di coloro che dal carcere mantengono vivo il movimento Donna, vita, libertà. Scegliendo i vincitori del Premio Sacharov di quest'anno, l'Europarlamento ricorda la loro lotta e continua a onorare coloro "che hanno pagato il prezzo più alto per la libertà", ha detto ancora Metsola.
Al contempo il Parlamento Ue ha ricordato di aver già diverse volte condannato la cattiva situazione per quanto riguarda i diritti umani in Iran e di aver chiesto ulteriori sanzioni, che la stessa Unione europea ha accolto già diverse volte a causa della violenta repressione delle proteste e degli arresti di massa. Finora però i 27 non sono riusciti a trovare un accordo sulla possibile dichiarazione della Guardia rivoluzionaria iraniana come organizzazione terroristica, come richiesto, tra l'altro, dai parlamentari europei.