Scaramucce, lancio di fumogeni e bottiglie molotov: sul confine tra Grecia e Turchia la tensione in questi giorni resta alta: da una parte le forze di sicurezza elleniche, dall'altra migliaia di rifugiati e migranti che tentano di entrare in Europa.
Da fine di febbraio, quando il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato l'apertura delle frontiere, le autorità elleniche hanno respinto 45.000 persone, di cui almeno 500 soltanto nella giornata di ieri.
Per Erdogan la Turchia, che già ospita più di tre milioni e mezzo di rifugiati siriani, non può reggere il peso di una nuova ondata migratoria dalla martoriata regione di Idlib e ha invitato la Grecia ad aprire le frontiere. Atene accusa invece Erdogan di speculare sulla pelle dei migranti per estorcere l'appoggio dell'UE nella partita siriana.
Lunedì scorso Erdogan era a Bruxelles per cercare un'intesa con i leader dell'Unione europea, ma l'incontro è sfociato in un nulla di fatto: l'UE vuole il rispetto dell'accordo bilaterale sulla gestione dei flussi migratori firmato con Ankara nel 2016, la Turchia lo ritiene invece superato dagli eventi.
Nuovo tentativo martedì prossimo ad Istanbul, dove Erdogan incontrerà il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, emergenza coronavirus permettendo. Nel frattempo, l'UE offre 2.000 euro a persona ai migranti che si trovano in Grecia e decidono di tornare volontariamente a casa: una mossa dettata dalla necessità di alleggerire il peso sui sovraccarichi centri di accoglienza greci, che rischiano di esplodere.


Francesco Martino

Foto: Reuters
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