Foto: EPA
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Nato a Parigi nel 1930, una laurea in etnologia alla Sorbona, Jean Luc Godard inizia la sua carriera a soli vent’ anni come critico cinematografico. Il primo lungometraggio - dopo diversi cortometraggi a soggetto - risale al 1959 ed è “Fino all’ ultimo respiro” che diventerà il simbolo della cosiddetta “nuova ondata”, tendenza innovatrice della cinematografia francese che prese piede alla fine degli anni Cinquanta e caratterizzata da una polemica illustrazione del disagio delle giovani generazioni e da un linguaggio cinematografico raffinato, quasi intellettuale. Una vita, quella di Godard contrassegnata da una grande creatività che lo ha portato a realizzare- in settant’ anni di carriera- oltre 150 pellicole suddivise fondamentalmente in tre periodi quello della Nouvelle Vague, poi quello che vede il regista sposare le idee marxiste che fanno del cinema luogo in cui presentare una severa critica della civiltà dei consumi e della mercificazione dei rapporti umani e di cui fanno parte ”La gaia scienza”, “Vento dell’ est”, “Crepa padrone, tutto va bene “ e altri film ancora. Il terzo è invece il periodo contrassegnato dalle nuove tecnologie e improntato ad una intensa sperimentazione in cui il video convive strettamente con il cinema ed è il periodo di numerosissime pellicole che vanno da “Numero deux” a “Si salvi chi può” e fino al “Livre d’ image” (Il Libro delle immagini), suo ultimo lavoro, premiato nel 2018 con la Palma d’ oro speciale alla 71. esima edizione del Festival di Cannes. Tra i tanti riconoscimenti Godard ha ricevuto pure un Oscar alla carriera nel 2011, vari orsi d’ oro e d’ argento al festival di Berlino mentre la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia lo ha premiato nel 1982 con un Leone d’ oro alla carriera e l’anno dopo con un Leone d’ oro per “Prenom Carmen”. Nel 1991 Jan Luc Godard è stato insignito della Medaglia d’ oro del presidente del senato italiano per Germania nove zero.

Lionella Pausin Acquavita