Foto: Consiglio europeo
Foto: Consiglio europeo

Ha avuto vita breve la possibile intesa sui migranti. A poche ore dalle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che in apertura del Consiglio europeo di Bruxelles, aveva sottolineato un cambiamento di passo in Europa nella gestione dei migranti, che superava il concetto di paesi di primo arrivo e di transito, e avviava una gestione condivisa, lo stop è arrivato da Ungheria e Polonia, due paesi considerati “sovranisti”, e che in linea di principio dovrebbero essere in sintonia con la leader italiana del centro destra.
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, dopo la presentazione della bozza di documento sull’immigrazione al vertice di Bruxelles, aveva confermato che la Polonia non intende accettare alcun meccanismo obbligatorio per ricollocare i migranti, e la stessa posizione è stata espressa dall’Ungheria., nonostante la proposta di regolamento in materia di gestione della migrazione e dell'asilo non preveda i ricollocamenti obbligatori, ma solo la solidarietà obbligatoria, che permette di optare fra i ricollocamenti, o i contributi finanziari per ogni migrante non ricollocato. Varsavia e Budapest però chiedono di ribadire il ricollocamento esclusivamente su base volontaria.

Viktor Orbán e Mark Rutte (Foto: Consiglio europeo)
Viktor Orbán e Mark Rutte (Foto: Consiglio europeo)

Uno stallo, che ha costretto il Consiglio europeo ad adottare le conclusioni su Ucraina, sicurezza e difesa, ma non, come invece previsto all’avvio dei lavori, quelle sulle migrazioni, rinviate alla seconda giornata di lavori, che però dovrà decidere anche sulle relazioni con la Tunisia e dei rapporti con la Cina.
Proprio la posizione verso la Cina è un altro elemento che sembra avvicinare Giorgia Meloni alle istituzioni europee, rompendo quel fronte sovranista che, dopo la nascita del governo di centro destra a Roma, sembrava destinato a rafforzarsi.
L’impressione è che, dopo i buoni rapporti costruiti soprattutto fra Ursula Von der Leyen e Giorgia Meloni, e la volontà di chiudere la partita sull’immigrazione di Roma, Bruxelles possa anche pensare di concedere altro tempo all’Italia sulla firma del Mes, pur di ottenere l’appoggio dell’Italia su altri capitoli.
Proprio oggi intanto, il tema del Fondo salvastati, a cui Lega e Forza Italia sono assolutamente contrari, è arrivato alla Camera, ma la maggioranza ha presentato la proposta di sospendere tutto per quattro mesi: si tratta di un periodo meno ampio di quello pensato da Giorgia Meloni, che ha dovuto concedere qualcosa alle aree moderate della maggioranza, in attesa di completare le modifiche del patto di stabilità e dell'unione bancaria.

Alessandro Martegani