Foto: AP
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Sono ore di attesa per l’Europa, che attende la decisione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, sulla ripresa delle vaccinazioni con AstraZeneca, sospese da quasi tutti gli stati europei dopo alcune morti di cittadini che avevano ricevuto da pochi giorni il vaccino.
Tutto lascia pensare che il via libera al vaccino ci sarà, magari condizionato all’età o con l’esclusione di quei soggetti che potrebbero, per costituzione o patologie pregresse, essere più esposti alla trombosi, causa delle morti considerate sospette.
Ieri l’Organizzazione mondiale della sanità si era già pronunciata a favore del vaccino del gruppo anglo svedese, sottolineando come "il numero di eventi gravi verificatisi a seguito di vaccini contro il Covid-19 sia stato estremamente basso rispetto ai milioni di inoculati” e come sia “importante che le campagne di immunizzazione continuino".
I numeri dei casi di trombosi seguiti all’inoculazione del vaccino sarebbero infatti in linea con la normale insorgenza di simili patologie, e sullo stop ad AstraZeneca c’è anche chi sposta l’attenzione sull’aspetto economico: si tratta di un vaccino che costa meno di un quarto rispetto agli altri, quindi da una parte i governi e Bruxelles hanno tutto l’interesse a utilizzarlo per non pesare troppo sulle già disastrate risorse dei contribuenti, dall’altra le altre case farmaceutiche sarebbero agevolate dal crescere della sfiducia e dai blocchi a un concorrente a buon mercato.
Bruxelles intanto, proprio sul vaccino AstraZeneca, largamente utilizzato nel Regno Unito, si prepara a un nuovo braccio di ferro con Londra sull'export dei vaccini verso le Isole Britanniche. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, si è detta pronta a "usare ogni strumento" per ottenere “reciprocità e proporzionalità nelle esportazioni dei vaccini”.
Dagli stabilimenti europei sono stati esportati 41 milioni di dosi a 33 Paesi,10 milioni solo verso il Regno Unito, dove però sorgono due degli stabilimenti di AstraZeneca, che avrebbe dovuto fornire 180 milioni di dosi entro giugno; ne arriveranno però solo 70, e la Commissione non esclude di bloccare le esportazioni se Londra non accelerasse le consegne, necessarie per centrare l’obiettivo di vaccinare il 70 per cento degli europei, pari a 200 milioni entro l'estate.
Downing Street ha però respinto le accuse di restrizioni all'export, affermando che Londra sta “rispettando il suo impegno", e si attende che “Bruxelles faccia altrettanto”.

Alessandro Martegani