Una distribuzione equa dei vaccini tra i paesi membri Ue, è stato il filo conduttore dell’incontro avvenuto a Vienna tra il cancelliere Kurz, il premier Janša, quello Ceco, Andrej Babis e Bulgaro, Bojko Borisov e in presenza in videoconferenza dei capi di governo lettone, Krisjanis Karins e croato Andrej Plenković. I premier coinvolti avevano già precedentemente inviato una lettera alla Presidente della Commissione, Ursula von del Leyen e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel nella quale richiedevano che si tenga il prima possibile un vertice Ue per discutere delle disparità che esistono, come rilevato nella lettera congiunta, nella distribuzione dei vaccini. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, nei giorni scorsi aveva accusato alcuni Stati membri dell'Ue, senza nominarli, di aver siglato segretamente "contratti" con le aziende farmaceutiche. “Non dovrebbero esserci segreti da nascondere, i contratti sono di dominio pubblico” ha detto Janša aggiungendo che “se i ritardi sono la conseguenza di errori di tipo contrattuale, questi vanno corretti, il tempo a disposizione è sufficiente”. Kurz, ha inoltre avvalorato la sua tesi presentando i dati vaccinali europei dai quali emerge per esempio che il 30 per cento della popolazione maltese è già stata vaccinata con la prima dose, mentre in Bulgaria il 5 per cento e in Croazia il 7,3. La Slovenia e l’Austria si trovano invece nella media con il 12,4 per cento e l’11,4. “Di questo passo le differenze saranno incolmabile, è evidente che qualcosa è andato storto” ha detto Kurz, secondo il quale una buona copertura vaccinale tra i paesi rischia di slittare. “Questa situazione potrebbe determinare una crisi politica nel momento in cui una parte dei paesi Ue avranno una copertura vaccinale del 60 per cento mentre la restante parte del 30” ha inoltre aggiunto Janša. I premier si sono poi detti d’accordo che va seguita la soluzione già concordata a livello Ue, che prevedeva la distribuzione dei vaccini in base al numero della popolazione. E intanto è arrivata la risposta dal comitato preposto a livello Europeo secondo il quale la ripartizione disuguale è stata causata dagli stati stessi, forse a causa di errori di valutazione, viene precisato. La Slovenia non ha ottenuto il numero di dosi prestabilito secondo il sistema pro rata in base alla popolazione inquanto a dicembre non ha eseguito le ordinazioni dei vaccini BioNTech e Pfizer. Questa decisone è stata presa pure da Slovacchia e Bulgaria. Secondo indiscrezioni la decisone sarebbe stata motivata dai prezzi alti dei vaccini in questione.

Dionizij Botter

 Foto: Reuters
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