L'agenda del governo di Zagabria ricalca molto quella dell'esecutivo comunitario e della sua presidente, Ursula von der Leyen, e si basa su quattro priorità tematiche: un'Europa che unisce, protegge, che si sviluppa e che sia influente.

A novembre il primo ministro croato, Andrej Plenković, ha precisato che il suo Paese si adopererà per una crescita più bilanciata all'interno dell'Ue per diminuire le differenze tra Est e Ovest. "In quest'epoca di grandi cambiamenti tecnologici, geopolitici e demografici, l'economia e il mercato del lavoro in Europa si devono confrontare con una crescente concorrenza, in particolare della Cina e degli Stati Uniti, e per questo la risposta dell'Ue deve essere un'Europa che cresce in modo bilanciato", ha spiegato Plenković. In modo concreto, questo significa che la presidenza croata mirerà a una maggiore integrazione del mercato comune, a più investimenti nel settore informatico e nella ricerca per essere più competitivi su scala globale.

La presidenza croata giunge in un momento cruciale per l'Unione europea: non solo Zagabria dovrà coordinare i lavori sul quadro pluriennale dell'Ue, che in questo momento vede i 27 più divisi che mai, ma ricordiamo che in questo periodo si dovrà concretizzare la Brexit e bisognerà avviare i negoziati per le relazioni future. I nodi da sciogliere sono molti: motivo di scontro saranno pure i dossier immigrazione e allargamenti. Su quest'ultimo la Croazia si dichiara favorevole, il che implica sforzarsi di tenere le porte aperte ad Albania e Macedonia del Nord, la cui adesione è stata più volte messa in discussione. Anche in questo senso, il ruolo di Zagabria potrebbe essere molto più importante di quello contemplato prima del veto della Francia sull'adesione dei due Paesi balcanici. Come ricordato da Plenković, la questione sarà discussa al vertice Ue-Balcani in programma a maggio.


Maja Novak

Foto: Reuters
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